Arrivato il nuovo vescovo: «Niente titolo per favore, sono come voi»

L'arrivo di monsignor Claudio Cipolla
PADOVA - «E allora carissimi cristiani e cristiane di Padova: eccomi, sono qui». E poi, «ho un po' di cose da rivedere di me stesso e, prevedo, anche del mio stile del...

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PADOVA - «E allora carissimi cristiani e cristiane di Padova: eccomi, sono qui». E poi, «ho un po' di cose da rivedere di me stesso e, prevedo, anche del mio stile del servizio episcopale. Non mi si addicono, e così deve essere almeno tra noi cristiani, titoli, onorificenza, primi posti. Non posso accettare distanze sociali e di classe. Il Vangelo mi chiede di essere servo. Di essere ultimo».




Un'omelia che ha fatto trasparire tutta semplicità e umiltà, in perfetto stile Papa Francesco, quella pronunciata oggi dal nuovo vescovo di Padova Claudio Cipolla. Il vescovo ha fatto il suo ingresso in città partendo dalla visita alla Casa Madre Teresa di Calcutta e all'Opera della Provvidenza Sant'Antonio (entrambe a Rubano, la prima struttura dedicata alla cura dei malati di Alzheimer, la seconda dei disabili e affetti da sindrome di Down). Poi è stata la volta del saluto al sindaco di Padova Massimo Bitonci sul sagrato del Duomo di Padova, saluto nel quale il vescovo si è limitato ad un «Pace a lei, alla sua famiglia e pace alla sua città».

Ma anche durante l'omelia il nuovo vescovo ha ricordato il discorso pronunciato da Francesco, appena nominato Papa: «aiutatemi, pregate per me, correggetemi». Campane a festa alle quindi, quando è stata ufficializzata la sua nomina con la consegna del pastorale. «Vorrei lasciare un segno dell'onestà e dell'impegno - ha infine concluso il vescovo - che consiste nella promessa di non trattenere per me nulla di quanto mi verrà consegnato nel corso del mio servizio pastorale nella Diocesi di Padova. Una specie di voto di povertà che emetto di fronte a voi».



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Il Gazzettino