Venezia, allarme inquinamento: «Controlli sulle stufe a pellet casa per casa, sono più nocive delle auto»

Venezia, allarme inquinamento: «Controllate le stufe a pellet casa per casa, sono più nocive delle auto»
VENEZIA - Per fronteggiare l'inquinamento dell'aria da PM10 in centro storico? Un buon punto di partenza potrebbe rappresentarlo il controllo delle stufe a pellet, casa...

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VENEZIA - Per fronteggiare l'inquinamento dell'aria da PM10 in centro storico? Un buon punto di partenza potrebbe rappresentarlo il controllo delle stufe a pellet, casa per casa. Ne è convinto Andrea Gusso, presidente dell'associazione Garanzia civica, alla luce di una situazione di perfetta parità in termini di scarsa qualità dell'aria tra laguna e terraferma. Sono i numeri Arpa a confermarlo: se il bollettino del 1. gennaio 2023, riferito però al 31 dicembre 2022, segnalava uno sforamento del limite di 50 microgrammi di PM10 al metro cubo con i 53 effettivamente registrati sia a Mestre che nella città antica, il medesimo scenario si è verificato anche nel 2021 (50 microgrammi in entrambi i casi), nel 2020 (73) e nel 2019 (57). «Chi sostiene che in laguna si respira un'aria più buona, non dice il vero. Sorge allora una domanda: visto che in terraferma si organizzano le domeniche ecologiche analizza Gusso come mai in centro storico non vengono applicate certe attenzioni, considerando che i livelli sono ormai gli stessi? Va ricordato come la vecchia normativa per la salvaguardia di Venezia vieti le stufe a pellet». O meglio, quelle con potenza superiore ai 5 chilowatt. «Mentre la Regione si esprime in termini di stelle», vietando cioè l'utilizzo di quelle stufe che non sono in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 3 stelle.

BIOMASSE

Per Gusso dunque un controllo in città non guasterebbe, anche perché un buon 78% di PM10 ha origine proprio dalla combustione di biomasse, ossia del legno. «Non c'è fonte inquinante peggiore, sono peggio delle auto», prosegue Gusso, che ricorda come la legge consenta lo sforamento del limite fissato a 50 microgrammi al metro cubo per 35 giorni all'anno. «Tanto che per questi continui superamenti nei Comuni della Pianura Padana, viene pagata una sanzione all'Ue». Infine, un'indicazione tecnica. «La nostra associazione normalmente utilizza i dati Arpa per effettuare confronti e statistiche fra province. E in questi giorni ci siamo accorti di come nel sito manchi l'archivio storico». Ma il presidente rassicura: nulla di quanto registrato negli anni è andato perso. Per visionare i dati, al momento basta collegarsi al sito wwwold.arpa.veneto.it.
 

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Il Gazzettino