Inquinamento del canale Piavesella e del Sile: la colpa è di un'azienda

TREVISO - Un'azienda con sede nella zona nord di Villorba è all'origine dell'inquinamento che ha riempito di una inquietante schiuma bianca prima il canale...

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TREVISO - Un'azienda con sede nella zona nord di Villorba è all'origine dell'inquinamento che ha riempito di una inquietante schiuma bianca prima il canale Piavesella e poi il tratto di Sile che arriva a ponte dea Goba e prosegue lungo la Restera. Uno sversamento uscito da uno scarico, ancora da valutare se per un guasto o, me le prime indagini tendono ad escluderlo, per un atto doloso. Per i titolari, nel momento in cui saranno definitivamente raccolte tutte le prove necessarie, scatterà la denuncia per inquinamento delle acque superficiali con relativa, salatissima, sanzione.


LA RICERCA
«L'origine della schiuma densa che ieri mattina ha inquinato la Piavesella, arrivando fino al ponte dea Goba e alla Restera, è stata trovata: si tratterebbe di sostanze tipo saponi, derivanti da una azienda di Villorba nord - conferma Alessandro Manera, assessore all'Ambiente di Treviso - la nostra Polizia locale di Treviso ha messo a disposizione il drone per provare ad individuare dall'alto il punto da cui usciva l'inquinante. Sono stati controllati i fossati affluenti. Contro il titolare, se riconosciuto colpevole, scatterà la denuncia per inquinamento delle acque superficiali, sperando che la prossima volta faccia maggiore attenzione».


PREOCCUPAZIONE
Se Treviso è stata maggiormente colpita dalla scia bianca, che prima dell'arrivo dei Vigili del fuoco aveva raggiunto uno spessore tale da lambire le sponde del tratto di Piavesella che attraversa la zona Fonderia, Villorba ha dovuto fare i conti con le conseguenze di un simile danno. Ancora ieri, 30 giugno, era in vigore l'ordinanza che ha temporaneamente vietato l'utilizzo dell'acqua del canale per irrigare i campi, problema non da poco in un periodo di siccità come questo, per di più caratterizzato da temperature elevate e grande sofferenza per piante e coltivazioni. Provvedimento che, invece, non è stato preso nel capoluogo: «Noi non abbiamo firmato nessuna ordinanza - ammette Manera - nel territorio comunale di Treviso non ci sono tante coltivazioni da rendere necessario un blocco. Ma questo non cambia di una virgola il problema: le acque dei nostri fiumi vanno preservate, soprattutto in questo momenti di siccità». Stesso concetto espresso anche dal sindaco trevigiano Mario Conte, tra i primi a sottolineare la gravità dell'accaduto proprio in relazione alle difficoltà che stanno attraversando i corsi d'acqua.


LE INDAGINI


Per individuare l'azienda è stato fondamentale l'intervento del drone della Polizia locale trevigiana, utilizzato per scandagliare dall'alto anche il territorio villorbese. Il materiale raccolto è stato utilizzato anche dai carabinieri del Noe, che stanno materialmente portando avanti l'inchiesta. Fondamentale sarà anche il responso legato alle analisi dell'Arpav: la sostanza finita nell'acqua è un tensoattivo, un sapone di cui non è ancora ben chiara la pericolosità. La buona notizia è che la schiuma si è fermata in superficie, quindi i Vigili del fuoco nel pomeriggio di mercoledì avevano praticamente ripulito l'intero tratto. E già ieri della scia bianca non c'era più traccia.
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Il Gazzettino