Al lavoro di notte per 50 anni ma l'Inps gli rifiuta la pensione

Paolo Clerici
BELLUNO - (d.t.) Sessantadue anni il prossimo febbraio. Cinquanta, o quasi, di lavoro. Una vita intera legata alla professione. Paolo Clerici è l'emblema del lavoro di...

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BELLUNO - (d.t.) Sessantadue anni il prossimo febbraio. Cinquanta, o quasi, di lavoro. Una vita intera legata alla professione. Paolo Clerici è l'emblema del lavoro di una vita che diventa una vita impegnato. Tanto più che la sua attività è stata svolta per lo più al calar del sole. E continua tuttora di notte, visto che divisa e pistola da metronotte servono soprattutto in orario notturno. Adesso, con la stanchezza che si fa sentire, la possibilità di andare in pensione con qualche anno di anticipo era stata accolta come una liberazione, la risposta dell'Inps ha bloccato sul nascere la festa di pensionamento. Clerici non può appendere pistola e divisa al chiodo, perché la sua domanda di uscita anticipata dal lavoro è stata rigettata. 


IL MOTIVO
L'Inps non riuscirebbe a stabilire se il lavoro svolto è effettivamente notturno. Storie di ordinaria follia: dove si è mai visto un metro-giorno? «Se non posso andare in pensione, vorrà dire che mi prenderò una badante per reggermi la pistola» scherza Paolo Clerici. In realtà, c'è ben poco da sorridere. «Faccio il metronotte dal luglio del 1996 - racconta -. Ma ho cominciato a lavorare molto prima. A dieci anni aiutavo mio papà in edicola». Clerici difatti ha gestito per anni la rivendita di giornali dell'incrocio della Cerva, a Belluno. «In quinta elementare, mi alzavo prestissimo per andare a prendere i giornali da portare in edicola - continua il metronotte -. Poi alle 8 andavo a scuola. E al suono dell'ultima campanella schizzavo fuori per tornare tra i Gazzettini»...

 
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Il Gazzettino