Inps raggiungibile solo via mail, la protesta di un anziano senza pc: "Ora scrivo a Mattarella"

La sede dell'Inps di Pordenone
PORDENONE - L’Inps diventa inaccessibile per gli anziani, soprattutto quelli che non hanno un computer. «Io non ce l’ho e non sono obbligato ad averlo»,...

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PORDENONE - L’Inps diventa inaccessibile per gli anziani, soprattutto quelli che non hanno un computer. «Io non ce l’ho e non sono obbligato ad averlo», precisa subito Pietro, 69 anni a settembre, in pensione dal giugno 2018 dopo 41 anni di lavoro nel comparto pubblico. 

Perché la sua storia, simile a decine di altre, inizia negli uffici Inps di Pordenone e potrebbe arrivare fino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo essere passata dai Carabinieri, dalla Polizia e dalla Regione. Il sessantottenne non ha nessuna intenzione di mollare e vuole ottenere quello che gli spetta di diritto: parlare con un impiegato dell’Inps e sapere perché gli è stata decurtata la pensione. Richiesta più che legittima.

LA STORIA
Il 3 agosto Piero si reca negli uffici dell’Istituto nazionale di previdenza sociale per ottenere alcuni chiarimenti. «Arrivo ma non si può entrare - racconta -; causa Covid si possono contattare gli operatori solo via mail, ma io non ho il computer, o telefonando a un numero con prefisso di Roma». 
Ma ogni telefonata è un buco nell’acqua perché o è sempre occupato o dopo due squilli cade la linea. Un vero e proprio muro che impedisce al pensionato di ottenere ragione delle sue domande, del perché si è trovato soldi in meno nella pensione. Dopo due giorni di tentativi, il sessantottenne decide di scrivere una lettera al responsabile dell’Inps: è il 5 agosto, Pietro motiva le sue richieste. Ma trascorrono i giorni e nessuno si fa vivo, nessuna risposta. «Da quando non lavoro è come se non esistessi - afferma amaramente il pensionato -. Ottenere qualcosa diventa difficile, come in questo caso anche se si tratta solo di chiedere il perché hanno messo mano nella mia pensione. Veloci a tagliare, ma non altrettanto nello spiegare quello che hanno fatto».
LA RABBIA
Così, dopo le telefonate a vuoto, la lettera senza risposta e quell’appuntamento impossibile da ottenere, Pietro ha deciso di rivolgersi a Il Gazzettino per far sentire la sua voce. 
«Sono certo di non essere l’unico in questa situazione perché, lo ripeto, non siamo obbligati ad avere un computer a casa - sottolinea -. Capisco il Covid, ma non si può non riuscire a contattare qualcuno dell’Inps. Basterebbe mettere una persona all’ingresso, con tutte le misure anti-contagio, e così si potrebbero prendere gli appuntamenti senza dover fare tutte queste peripezie. L’Inps ha chiuso le porte in faccia agli utenti anziani, proprio quelli che ne hanno più bisogno. Non posso, non riesco a parlare con nessuno anche se la legge dice chiaramente che devono rispondermi».
LA PROSSIMA MOSSA

Pietro non si ferma: è pronto ad andare dai Carabinieri e dalla Polizia per denunciare l’accaduto. E nel caso non bastasse, si rivolgerà alla Regione e anche al presidente della Repubblica. «Voglio solo un appuntamento per chiarire il perché della decurtazione della mia pensione - conclude -. Non chiedo la luna; si tratta di cose mie e ho il diritto di saperle. Non possono fare quello che vogliono senza spiegare al diretto interessato perché lo hanno fatto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino