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VENEZIA - Qualche medico di base dice che sta cominciando a rivederla proprio in queste ore. Ma per il resto, fino a questo momento l'influenza stagionale è stata la grande assente dell'autunno-inverno, in tutta Italia e soprattutto in Veneto. Questa regione, insieme alla Valle d'Aosta e al Molise, sta infatti in fondo alla classifica nazionale dell'incidenza della sindrome in rapporto alla popolazione, che complessivamente registra un crollo rispetto agli anni scorsi: secondo gli esperti, il fenomeno è dovuto non solo alla massiccia campagna vaccinale ma anche alle restrizioni legate al Covid.
I DATI
A dimostrarlo è il rapporto epidemiologico Influnet, promosso dall'Istituto superiore di sanità e relativo alla prima settimana del 2021, quella che andava dal 4 al 10 gennaio. Come rileva Antonino Bella, responsabile della sorveglianza al dipartimento Malattie infettive dell'Iss, «l'incidenza delle sindromi simil-influenzali continua ad essere stabilmente sotto la soglia basale con un valore pari a 1,4 casi per mille assistiti», quando invece «nella scorsa stagione in questa stessa settimana il livello di incidenza era pari a 6,6 casi». Per la precisione i 718 dottori-sentinella, cioè medici di medicina generale e pediatri di libera scelta che fanno parte della rete nazionale di monitoraggio, hanno inviato i dati sulla frequenza dell'influenza tra i propri assistiti.
A NORDEST
La flessione è evidente pure in Veneto, dove il campionamento ha coinvolto 40 camici bianchi e 52.605 assistiti. Appena 20 i casi riportati, pari a un'incidenza dello 0,38 per mille, con 16 influenzati tra i 15 e i 64 anni (0,54) e 4 tra gli over 65 (0,34). L'aumento rispetto all'annata precedente è vistoso: all'inizio di gennaio il valore era di 2,70, poi progressivamente salito nel corso del mese a 4,20, 5,38 e 7,85, fino a segnare a metà febbraio il picco di 10,71. Tornando a quest'anno e restando a Nordest, il tasso è un po' più alto in Friuli Venezia Giulia, dove però il risultato potrebbe risentire del fatto che i medici-sentinella sono solo 4, con 5.302 pazienti. Ad ogni modo, i 12 malati individuati equivalgono al 2,26 per mille, che sale al 3,60 tra gli adulti (8 casi) e al 3,87 tra gli anziani (4), numeri comunque inferiori a quelli del passato.
LE CAUSE
Il confronto fra le curve epidemiche annuali, considerando l'attuale e le precedenti, balza subito agli occhi: dopo tante campane molto alte, questa volta l'andamento è tratteggiato da una linea bassa e piatta. Su Quotidiano Sanità, il medico Giorgio Ghilardi suggerisce le cause del crollo: «Più vaccinazioni, mascherine, distanziamento, lavaggio mani, minore affollamento sui mezzi pubblici, bar, ristoranti, uffici, negozi. Applicando le misure anti-Covid si è ottenuta la riduzione della trasmissione anche degli altri virus trasmessi per via respiratoria». Basti pensare che, per quanto riguarda il vaccino anti-influenzale, quest'anno in Veneto ne sono state somministrate 1,32 milioni di dosi, contro le 798.829 dello scorso.
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Il Gazzettino