Daniele morto a 38 anni sul lavoro, assolti il titolare della Plastotecnica e un operaio: famiglia risarcita con un milione di euro

Damiano Varetto morto a 38 anni
BAGNOLI DI SOPRA - Il processo davanti al giudice monocratico Sara Catani per la morte dell'operaio Damiano Varetto, si è concluso con due assoluzioni. Il pubblico...

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BAGNOLI DI SOPRA - Il processo davanti al giudice monocratico Sara Catani per la morte dell'operaio Damiano Varetto, si è concluso con due assoluzioni. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a un anno e due mesi per Gianni Nelti, 61 anni, padovano e datore di lavoro della vittima, e invece l'assoluzione per Luca Fabbian, 41 anni di San Martino di Venezze in provincia di Rovigo, compagno di lavoro di Varetto. Alla fine per entrambi gli imputati è arrivata la formula "perchè il fatto non sussiste". I familiari intanto sono stati già risarciti con una cifra vicina al milione di euro.

La vittima quel 7 dicembre del 2016 stava effettuando lavori di manutenzione a un macchinario all'interno della "Plastotecnica Spa" di Bagnoli di Sopra dove era dipendente, ma è rimasto incastrato nell'apparecchiatura: il pesante coperchio gli ha schiacciato il torace. Ricoverato all'ospedale di Padova in condizioni disperate è deceduto poco dopo.

L'uomo abitava con la famiglia a Montegrotto Terme in via Platone e ha lasciato nel dolore la moglie Elaine Da Rocha Lira, cittadina brasiliana, e due figli in tenerissima età. Varetto stava eseguendo alcune operazioni di manutenzione di una tramoggia, un grande contenitore metallico utilizzato per la macinazione del materiale grezzo, quando è rimasto incastrato nel meccanismo, sarebbe stato il coperchio a piombargli addosso e a causargli gravissime lesioni al torace. Ad accorgersi di quanto accaduto è stato un collega che, assentatosi pochi minuti prima dal luogo in cui si trovava Varetto, una volta tornato ha tentato di soccorrerlo. È stato immediatamente allertato il Suem 118, che ha trasportato l'operaio all'ospedale civile di Padova. Le condizioni dell'infortunato sono apparse da subito gravissime: i sanitari del policlinico hanno fatto tutto il possibile per strapparlo l'uomo alla morte, ma lo schiacciamento subito dal torace non gli ha lasciato scampo.

Quel giorno insieme a lui c'era l'operaio Fabbian (difeso dall'avvocato Alberto Toniato), ma durante il dibattimento è emerso come il 41enne polesano non avesse alcuna colpa in merito all'incidente sul lavoro capitato al collega. Sul piano della sicurezza in fabbrica invece era stato accusato Gianni Nelti (difeso dai legali Tornago e Donà), ma anche in questo caso il giudice del Tribunale monocratico ha deciso di scagionare il datore di lavoro perchè tutte le norme erano state rispettate. Purtroppo, quel giorno, Varetto è stato vittima di una tragica fatalità. Come ha riportato nel suo verbale un tecnico dello Spisal, non si è capito perchè l'operaio si era sporto verso l'interno del macchinario, quando l'attività di manutenzione avveniva all'esterno.

      

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Il Gazzettino