Imbianchino morto dopo il volo dal cestello elevatore: «Chi lo manovrava è scappato». Aperte le indagini per omissione di soccorso

Infortunio mortale alla Lover Metal di Loreggia
LOREGGIA - Quando i carabinieri e i tecnici dello Spisal sono arrivati nel capannone della Lavor Metal di Loreggia, non c’era più nessuno. Chi stava manovrando il...

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LOREGGIA - Quando i carabinieri e i tecnici dello Spisal sono arrivati nel capannone della Lavor Metal di Loreggia, non c’era più nessuno. Chi stava manovrando il cestello da cui è precipitato trovando la morte l’imbianchino Valeriano Bottero di 52 anni, si era già dileguato. Il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ha aperto un fascicolo contro ignoti e ha ordinato l’autopsia sul corpo dell’artigiano residente fino a poco tempo fa in paese e ora a Castelfranco


Inoltre ha fatto sequestrare il capannone e con gli uomini dell’Arma ha avviato le ricerche di chi stava lavorando in quel momento con il 52enne perchè si potrebbe configurare il reato di omissione di soccorso. 

I FATTI
L’artigiano, martedì pomeriggio, stava pitturando a una altezza di sei metri posizionato su un cestello mobile. Intorno alle 15.30 qualcosa è andata storta: da un primo accertamento il manovratore del cestello elevatore avrebbe commesso un errore, tanto da far perdere l’equilibrio a Bottero. L’imbianchino è precipitato e ha trovato la morte. Chi era con lui in quel momento, prima dell’arrivo dei carabinieri e dei tecnici dello Spisal, avrebbe lasciato la Lavor Metal di via Ceccon facendo perdere le proprie tracce. Un’ipotesi sui cui stanno lavorando i carabinieri della stazione di Piombino Dese. 

IL RICORDO
La morte di Valeriano Bottero all’interno dell’azienda “Lavor Metal” di via Ceccon a Loreggia ha lasciato senza parole i tanti amici che l’artigiano si era conquistato a Castelfranco Veneto, cittadina del trevigiano dove da qualche tempo si era trasferito per vivere. Lucia Rosetta, parrucchiera, ieri ha ricordato il cinquantaduenne scomparso: «Perdiamo un grande amico, una persona disponibile verso tutti. Per quello che sappiamo dai suoi racconti, sul posto di lavoro è sempre stata una persona meticolosa, professionale su tutto. A distanza di ore dall’infortunio mortale, non riusciamo ancora a capire cosa possa essere accaduto». 
Valeriano Bottero a Castelfranco viveva da solo, ma quando il tempo libero lo permetteva, era sempre con gli amici. «Mai trovato un uomo di compagnia come Valeriano. Con lui si poteva parlare di tutto, amava la buona cucina, era un autentico trascinatore. Quando martedì sera si è sparsa la notizia della tragedia, tra di noi è calato il silenzio. Questa tragedia ci ha sconvolto». 


Lucia Rosetta ha voluto concludere con un aneddoto: «Valeriano lo chiamavamo macchina da guerra. Non sentiva la fatica, un lavoratore nato che ci diceva sempre che per lui essere in servizio nei cantieri era gratificante, si sentiva realizzato. Se era fidanzato? Nulla di serio, ma piaceva a tutti ed era un grande accentratore». Ieri anche un imprenditore nel ramo delle vernici del Camposampierese, Paolo Pallaro ha voluto ricordare Valeriano Bottero: «Era un mio cliente da anni. È una grave perdita, un gran lavoratore, non sappiamo cosa possa essere capitato negli istanti che hanno preceduto la tragedia». 
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Il Gazzettino