Infortuni sul lavoro e Covid, il rapporto Inail: il Veneto è quarto in Italia

Infortuni sul lavoro e Covid, il rapporto Inail: il Veneto è quarto in Italia
In Veneto al 30 settembre sono 4.608 le denunce di infortunio sul lavoro legate al contagio da Coronavirus in azienda, pari all'8,5% del totale nazionale di 54.128 eventi. Il...

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In Veneto al 30 settembre sono 4.608 le denunce di infortunio sul lavoro legate al contagio da Coronavirus in azienda, pari all'8,5% del totale nazionale di 54.128 eventi. Il dato, ricavato dal rapporto Inail, è diffuso oggi dalla Cisl regionale.

Veneto, infortuni sul lavoro

Il Veneto è quarto a livello nazionale dietro Lombardia (35,2%), Piemonte (15%) ed Emilia Romagna (10,4). I casi con esito mortale sono 10, fermi dal mese di giugno, pari al 3,1 % del totale nazionale (319) dove invece risultano in crescita (+ 67). Sempre in Veneto, tra agosto e settembre si sono registrate 299 denunce in più, di cui 113 relative all'ultimo mese, un aumento repentino, secondo l'Inail, dovuto in parte al focolaio sviluppatosi allo stabilimento agroalimentare Aia di Treviso. Per il 72% dei casi le denunce vengono da donne, di cui circa 1.500 tra i 50 anni in su, in particolare quelle occupate nel settore «Sanità e assistenza sociale» che per entrambi i sessi raccoglie il 79% delle denunce. Nel settore manifatturiero (4,3% delle denunce) i lavoratori più colpiti sono i macellatori e i braccianti agricoli. La distribuzione provinciale delle denunce vede al primo posto Verona (1.258 casi) e all'ultimo Rovigo (111). La provincia che avuto un balzo in avanti è Treviso, passata da 675 denunce a giugno a 950 in settembre. 

«I dati che Inail ha pubblicato in queste ore relativi alle denunce Covid-19 sul lavoro in Veneto, ribadiscono in maniera inequivocabile, che le aziende sono luoghi sicuri». Lo sottolinea il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro. «Nelle imprese manifatturiere - prosegue Carraro in una nota - l'incidenza diretta del contagio è minima grazie all'azione precauzionale svolta fin dall'inizio della pandemia, e al rigoroso rispetto dei Protocolli nazionali siglati tra le parti sociali. Gli imprenditori guardano con estrema preoccupazione l'impennata della curva dei contagi degli ultimi giorni. Sono momenti che richiedono estrema fermezza da parte della politica e delle nostre amministrazioni per determinare i provvedimenti più idonei a contenerla, tutelando lo sforzo compiuto da imprese e lavoratori per andare avanti. Concordiamo nel non abbassare la guardia e nel gestire questa fase di riacutizzazione del contagio, con la stessa attenzione riconosciuta anche dalle principali organizzazioni dei lavoratori. Continuiamo poi a ritenere una aberrazione giuridica l'aver assimilato il contagio da Covid-19 ad un infortunio sul lavoro - conclude - ingenerando conflitti smentiti dai dati e dai comportamenti».

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Il Gazzettino