Infortuni mortali, Polesine maglia nera: oltre il triplo della media veneta

Polesine maglia nera per gli infortuni mortali sul lavoro
ROVIGO - Giuseppe Fatalino aveva 42 anni, era pugliese e stava montando un'insegna su un capannone lungo la Romea, a Porto Viro, quando è caduto nel vuoto da...

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ROVIGO - Giuseppe Fatalino aveva 42 anni, era pugliese e stava montando un'insegna su un capannone lungo la Romea, a Porto Viro, quando è caduto nel vuoto da un'altezza di circa cinque metri. Thomas Casarolli aveva solo 31 anni, era di Fratta ed era alla guida di uno dei camion della sua azienda di famiglia quando si è scontrato con un altro camion sull'Asolana, in provincia di Parma. Entrambi avevano una moglie ed una figlia. Entrambi non potranno più rivederle perché le loro vite si sono drammaticamente interrotte mentre stavano lavorando, sabato mattina e giovedì pomeriggio. Due lavoratori che si sono spenti a meno di 48 ore uno dall'altro, segnando profondamente il Polesine che già nel primo trimestre dell'anno si era confermato al primo posto fra le province venete per indice di incidenza: il rapporto tra infortuni mortali e popolazione lavorativa, pari a ben 21,4 per milione di lavoratori, oltre il triplo della media regionale di 6,1.

IL BILANCIO
Nei tre mesi fra gennaio e marzo erano stati due i lavoratori morti in Polesine e che, rapportati alla platea di occupati, hanno portato Rovigo al sesto posto a livello nazionale dopo Campobasso, Frosinone, Alessandria, Ravenna e Mantova. Il dato, contenuto nell'ultimo report dell'Osservatorio Sicurezza Vega Engineering, purtroppo conferma una tendenza già emersa negli ultimi anni, perché anche nel 2021 la provincia di Rovigo era stata quella che, a livello regionale, aveva fatto registrare il numero più alto di morti sul lavoro in rapporto agli occupati, sei in tutto, per un indice di incidenza addirittura del 53,5 per milione di lavoratori, rispetto alla media regionale di 30,3.
Anche il drammatico bilancio del 2020, l'anno in cui molto si era fermato per la pandemia, era stato di sei morti, con un'incidenza del 62,2 per milione, sempre la più alta del Veneto. Numeri drammatici. E con gli ultimi due lutti, uno di un lavoratore di un'altra provincia morto in Polesine ed uno di un lavoratore polesano morto fuori dai confini provinciali, il bilancio si aggrava ulteriormente.

LA TRAGEDIA
Fatalino lavorava dal 2011 per la Lippolis Visual Solution di Putignano, ditta specializzata nell'installazione di insegne pubblicitarie e stava lavorando su una gru con cestello: il perché della caduta mortale è oggetto di indagine dello Spisal dell'Ulss Polesana. Per l'incidente che ha visto spezzarsi la vita di Thomas Casarolli, esperto autotrasportatore, seppur infortunio mortale sul lavoro, si procede come incidente stradale.

IL DOLORE


In attesa del funerale, ieri sera si è tenuta una veglia di preghiera nella Chiesetta San Francesco a Fratta. Dopo la morte di Porto Viro, Diego Foresti, segretario provinciale di Rifondazione Comunista interviene: «Non è possibile, nel 2022, morire sul lavoro. La risposta necessaria è, oltre ogni dubbio, il potenziamento dei servizi ispettivi preventivi. I datori di lavoro, pubblici e privati, devono garantire la sicurezza azzerando il rischio di incidenti nei posti di lavoro attraverso maggiori investimenti. Rifondazione chiede interventi urgenti per fermare questa strage, l'inasprimento delle sanzioni nei confronti delle aziende, pubbliche e private, che non rispettano i regolamenti in materia di sicurezza sul lavoro, di allentare i ritmi che spesso portano a sottovalutare i pericoli, di mettere al centro del dibattito la dignità e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, prima di ogni profitto».
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Il Gazzettino