Influenza, picco superato: «Ma restano le polmoniti». I ricoveri in Terapia intensiva superano quelli per Covid

Influenza
VENEZIA - Con l’inizio di gennaio il Veneto ha superato il picco dell’influenza. «La curva è in decremento», conferma Francesca Russo,...

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VENEZIA - Con l’inizio di gennaio il Veneto ha superato il picco dell’influenza. «La curva è in decremento», conferma Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione, commentando il nuovo rapporto RespiVirNet che è stato diffuso ieri e che certifica il calo medio da 14,48 a 11,23 casi ogni mille abitanti. Questo però non significa che l’emergenza stagionale sia terminata, come sottolinea Alessandro Vergallo, presidente dei medici rianimatori riuniti nell’Aaroi-Emac: «Nelle ultime due settimane stiamo registrando nelle Terapie intensive un aumento dei ricoveri per polmoniti virali non legate al Covid», tanto che il virus Sars-CoV-2 «lascia il posto letto» all’H1N1, per citare l’immagine usata da Giovanni Migliore, portavoce delle aziende sanitarie e ospedaliere associate alla Fiaso.

FASCE D’ETÀ
La rilevazione condotta dagli uffici della Regione riguarda tutte le sindromi simil-influenzali, cioè le malattie respiratorie acute causate dai diversi agenti virali attualmente in circolazione. Nella prima settimana di gennaio, rispetto all’ultima di dicembre, la contrazione delle infezioni interessa quasi tutte le fasce d’età: tra 0 e 4 anni il dato scende da 47,16 a 29,67 casi per mille abitanti; tra 5 e 14 anni da 15,86 a 8,77 casi; tra 15 e 64 anni da 13,80 a 11,72 casi; in controtendenza è solo la categoria degli ultra 65enni, che registra una lieve crescita da 5,98 a 6,39 casi. In termini assoluti, nell’arco di sette giorni sono stati conteggiati 54.460 pazienti, che portano a 536.259 il totale dall’inizio dell’ondata 2023/2024. «Sono molti, ma il dato è sovrapponibile alle stagioni influenzali che ci sono state prima della pandemia Covid», ribadisce Russo, rinnovando i consigli ai cittadini: «Se si hanno sintomi, è bene restare a casa. Inoltre è opportuno continuare ad adottare le misure di igiene respiratoria, come il lavaggio delle mani e, se ci si trova in ambienti affollati, l’utilizzo della mascherina. Comunque c’è ancora tempo per potersi vaccinare, lo dico soprattutto per i soggetti a rischio». Cioè le persone che hanno più di 60 anni o, indipendentemente dall’età, che soffrono di altre patologie. Finora la copertura vaccinale degli over 65 è al 50%. 

OSPEDALI
Sempre ieri sono stati resi noti pure i risultati del piano-pilota di monitoraggio degli accessi in Pronto soccorso per problemi respiratori, attuato con il supporto operativo di Azienda Zero. In attesa di estendere la sorveglianza all’intero territorio regionale, al momento sono stati osservati gli ingressi negli ospedali di Treviso e di Conegliano che fanno capo all’Ulss 2 Marca Trevigiana, verificando le richieste di intervento per tosse, dispnea, febbre e patologie respiratorie. Il sistema ha mostrato un incremento di circa il 10% nelle ultime due settimane di dicembre, rispetto allo storico andamento precedente al 2020. «La circolazione di più virus, incluso il Covid e il virus respiratorio sinciziale, potrebbe essere la causa di questo aumento», affermano gli esperti della Prevenzione. «Il nostro sistema sanitario complessivo sta reggendo bene l’urto della malattia, che peraltro i nostri tecnici ci dicono essere in linea con le stagioni influenzali pre-pandemiche», aggiunge l’assessore Manuela Lanzarin. 

SCUOLE


L’arrivo del Covid ha modificato l’abituale scenario, ma ha anche insegnato nuove strategie, dall’uso dei dispositivi che soprattutto nel 2020 e nel 2021 ha rallentato l’impatto dell’influenza, all’osservazione dei dati che vanno visti nel loro consolidamento. Per questo Migliore, pur notando nelle strutture sanitarie e ospedaliere la discesa dei ricoveri “con” e “per” Covid (rispettivamente -27% e -10%), raccomanda tuttora cautela: «Stiamo purtroppo vedendo polmoniti gravi non dovute all’infezione da Covid ma alle conseguenze dell’influenza anche nelle Terapie intensive. Dobbiamo essere ancora prudenti perché nelle prossime settimane vedremo anche sugli ospedali gli effetti della riapertura delle scuole». Concorda infatti Vergallo: «A livello nazionale registriamo un incremento del 20% circa di ricoveri per polmoniti non Covid rispetto agli anni scorsi».
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Il Gazzettino