Influenza, boom di bimbi ammalati. Il pediatra: «Sono indeboliti dall'inquinamento, basta traffico davanti alle scuole»

Influenza, è boom tra i bambini. Tra le cause anche l'inquinamento
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TREVISO - «Gli ambulatori sono pieni di pazienti con forme influenzali. Ed è dimostrato che vivere in un ambiente inquinato come il nostro, che indebolisce le vie respiratorie, può rendere queste forme più aggressive e più lunghe. Qui per prima cosa bisognerebbe bloccare il traffico davanti alle scuole. Sarebbe già un importante passo in avanti a livello strutturale». Giacomo Toffol, pediatra 60enne di Pederobba, esperto come pochi altri sugli effetti dell'inquinamento atmosferico nei bambini, pone l'accento sulla pericolosità del mix tra il picco dell'influenza stagionale e l'emergenza smog. Le stime dicono che quest'ultima può aumentare i problemi respiratori nei bambini fino anche al 20%. Due problemi che in questo periodo stanno stringendo la Marca in una morsa.


Dottor Toffol, si sente spesso dire che il problema dell'inquinamento riguarda tutta la pianura padana. E che di conseguenza non è possibile fare molto.
«Non è vero che è tutto uguale. Le misurazioni si concentrano in particolare sulle Pm10 e sulle Pm2,5. Oltre a queste, però, c'è una galassia di particelle più piccole, che sono anche le più pericolose, che iniziano a diradarsi già a partire da una decina di metri dall'origine dell'inquinamento, come le strade. Non corrisponde quindi al vero dire che l'inquinamento è uguale dappertutto».
Le giornate ecologiche possono dare una mano?
«Una cosa è la sensibilizzazione, altra le scelte strutturali. La vera svolta potrebbe arrivare con la decisione di realizzare aree pedonali davanti e attorno alle scuole. Una drastica riduzione del traffico, continuata nel tempo, consentirebbe di ridurre il peso delle particelle più piccole, ultra fini, che si insinuano nei polmoni e che hanno la capacità di arrivare fino al sangue. C'è il margine per ridurre i danni. Il punto è che gli amministratori dovrebbero avere il coraggio di prendere decisioni simili, spiegando le motivazioni ai cittadini».
Scenario ancora lontano.
«Purtroppo sì, basta pensare a cosa succede davanti alle scuole quando i genitori vanno a prendere i bambini: ci sono macchine ovunque, praticamente fino all'ingresso. Servirebbe per lo meno una fascia di rispetto. Bisogna lavorare su questo, sulla mobilità sostenibile e sulla riduzione degli impianti di riscaldamento meno efficienti».
Come mai l'influenza stagionale oggi è così aggressiva rispetto al recente passato?
«Negli ultimi anni le persone sono state protette dalle mascherine, legate all'emergenza Covid. Era stata creata una sorta di barriera. E il discorso vale anche per gli asili: i bambini non portavano la mascherina ma il personale indossava i dispositivi di protezione. Adesso tutto questo è venuto meno. E dopo ormai tre anni le infezioni si stanno rivelando più importanti».
A proposito di Covid, come sta andando il contagio tra i più piccoli?


«Registriamo ancora alcune positività. Generalmente, però, l'infezione non porta a conseguenze severe. Per i più piccoli, in media, è sempre stato così. Nella maggior parte dei casi la malattia viene gestita a casa, senza troppi problemi».


 

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Il Gazzettino