Influenza, assalto al pronto soccorso: ore di attesa, caos e le 260 telefonate di una mamma

Pronto soccorso del Ca' Foncello
TREVISO - Pronto soccorso preso d'assalto nel ponte dell'Immacolata. I medici si sono fermati anche oltre il loro orario. Solo nella giornata di venerdì sono state...

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TREVISO - Pronto soccorso preso d'assalto nel ponte dell'Immacolata. I medici si sono fermati anche oltre il loro orario. Solo nella giornata di venerdì sono state più di 460 le persone che si sono presentate dall'area dell'emergenza-urgenza all'ospedale di Treviso. Compresi 130 bambini con febbre, tosse e mal di gola, praticamente tutti codici bianchi. Un numero che segna un nuovo record assoluto per il Ca' Foncello. Con gli ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta chiusi per tre giorni, in teoria si dovrebbe fare riferimento in primis alla guardia medica. Ma a quanto pare in molti scelgono di andare direttamente in pronto soccorso. Oltre alle inevitabili lunghe attese, qualcuno riferisce di aver aspettato anche 7 ore, c'è chi ha telefonato per 260 volte all'ambulatorio pediatrico prima di trovare qualcuno che rispondesse.

L'ALLARME
«Non avevamo mai avuto un carico di lavoro del genere: oltre 330 accessi nel pronto soccorso generale e più di 130 in quello pediatrico - spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca - il punto è che il pronto soccorso dovrebbe essere utilizzato per le urgenze. Come conferma l'elevatissimo numero di codici bianchi, però, evidentemente non va così. In ogni caso, noi vediamo tutte le persone che arrivano al pronto soccorso, senza nessun dubbio. Ma bisogna essere consapevoli della situazione. Alla luce di questo, c'è poco da recriminare». Resta il fatto che per problemi di salute non gravi né urgenti per prima cosa ci si dovrebbe rivolgere alla guardia medica. L'ansia di genitori con dei figli piccoli che non stanno bene è comprensibile, ma allo stesso tempo balza all'occhio il fatto che sui 130 bambini arrivati venerdì al pronto soccorso pediatrico solamente due hanno ricevuto il codice giallo e poi sono stati ricoverati. «Per quanto riguarda le telefonate, c'è da dire che il pronto soccorso non può essere utilizzato come un centralino. Se i medici lavorano a pieno regime, è chiaro che non possono rispondere al telefono mette in chiaro il direttore generale in caso di necessità non urgenti va innanzitutto chiamata la guardia medica, che è pagata proprio per rispondere al telefono».

IMPEGNO


Alla fine il pronto soccorso del Ca' Foncello è stato chiamato a super-lavoro. Nei ponti come quello dell'Immacolata si mette in conto un aumento delle richieste. Stavolta però il numero di accessi ha superato ogni previsione. Tanto che ci sono stati camici bianchi che hanno continuato a lavorare ben oltre la fine del loro turno. Come la dottoressa Chiara Po'. «Ha iniziato il turno alle 8 e doveva finire alle 20, ma viste le richieste nel pronto soccorso pediatrico è andata avanti fino a mezzanotte - rivela Benazzi - da parte nostra, non possiamo che ringraziare per tanto impegno». Lo sforzo, tra l'altro, è stato necessario proprio nella giornata dedicata alla seduta straordinaria per i vaccini contro il Covid. Alla Madonnina nel giorno dell'Immacolata sono state vaccinate oltre 1.100 persone. E domenica 17 dicembre si replicherà con la seconda seduta straordinaria (dalle 8.30 alle 19.30), accesso sia libero che su prenotazione, stavolta non solo alla Madonnina di Treviso ma anche nel distretto sociosanitario di Conegliano e nell'ex scuola di via Malombra ad Asolo. L'Usl ha messo a disposizione 3.600 posti. «Raccomandiamo in particolare di occupare anche quelli di Conegliano e Asolo - tira le fila Benazzi - in modo che non ci sia una concentrazione esagerata solo su Treviso».
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Il Gazzettino