Elettricità, gas e carburanti: in città il costo della vita si impenna

La fotografia dell'inflazione a Padova scattata dall'Ufficio rilevazione prezzi al consumo del Comune
PADOVA - Rispetto a un anno fa il costo della vita a Padova è aumentato del 6,6% e le associazioni di categoria lanciano un grido d’allarme contro il caro energia....

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PADOVA - Rispetto a un anno fa il costo della vita a Padova è aumentato del 6,6% e le associazioni di categoria lanciano un grido d’allarme contro il caro energia. Non solo. Il carovita nella città del Santo è superiore alla media italiana, dove l’aumento dell’inflazione si è fermato al 5,7%. A certificarlo è l’indice dei prezzi al consumo elaborato dal settore Controllo e statistica del Comune, che ha messo a confronto i prezzi di febbraio 2021 con quelli del mese scorso.

I NUMERI

I dati rivelano che la variazione tendenziale annua (febbraio 2021-febbraio 2022) è pari a +6,6% e quella congiunturale mensile (gennaio-febbraio 2022) è +1%. A livello nazionale Istat comunica che la variazione tendenziale (annua) è pari a +5,7% e quella congiunturale (mensile) è +0,9%.
Ancora una volta a essere determinanti rispetto all’aumento dei prezzi sono i costi di gas e petrolio. Rincari che hanno subito un’ulteriore impennata proprio a fine febbraio con la crisi ucraina. Non è un caso infatti che la voce “Abitazione, acqua, elettricità, combustibili” abbia registrato una aumento del 27,2%. Numeri impressionanti si registrano poi sul fronte energia elettrica e gas. Numeri che hanno preso forma e sostanza nelle bollette arrivate in questi giorni. La prima in un anno è aumentata mediamente del 76,1%, il secondo del 69,7%. Più contenuto, ma comunque pesantissimo, è il rincaro dei carburanti: +24,9%. A preoccupare sono anche i costi delle materie prime alimentari: olio di semi + 22,2%, verdura +12,9%, riso +7,3%, farina +6.8%, carni +7,9%.

LE REAZIONI

Uno stillicidio di rincari che preoccupa Ascom. «L’attenzione è sempre al pane e agli alimentari, ma non si tiene nella dovuta considerazione che a spingere l’inflazione è soprattutto il costo dell’energia – ha denunciato il presidente Patrizio Bertin – Nel momento in cui energia elettrica, gas e carburanti subiscono tali impennate, è difficile che non aumenti anche tutto il resto. Semmai la sorpresa è vedere i listini ritoccati molto meno».
«Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi ad agricoltori e allevatori – ha aggiunto Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole, costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera. Per il balzo dei costi energetici le nostre imprese si trovano a pagare bollette cresciute del 50%, del 100% e oltre. A livello nazionale l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni e allevamenti». 
Contro il caro carburanti punta il dito anche Confesercenti. «Accanto alla tragedia umanitaria, che è la priorità, siamo preoccupati per le ripercussioni che il conflitto in Ucraina sta già avendo sull’economia – ha detto Mauro Cinefra, coordinatore provinciale Fiarc Confesercenti (federazione degli agenti e rappresentanti di commercio aderente al sindacato di categoria) – Oltre agli aumenti previsti sulle bollette di luce e gas, è divenuto già proibitivo il costo del carburante da autotrazione, che soltanto negli ultimi mesi è aumentato del 30%. Il nostro appello è che si intervenga immediatamente, togliendo le accise sui carburanti per autotrazione, senza aspettare che l’argomento diventi oggetto di campagna elettorale».


«Il Governo proroghi, anche dopo la fine dello stato d’emergenza il 31 marzo, lo stop al pagamento della tassa per l’occupazione di suolo pubblico (Tosap) – ha concluso il senatore Antonio De Poli (Udc) – Il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto, i rincari stanno costringendo molte attività a tenere le serrande abbassate. Si allunghino quindi i tempi di concessione gratuita del suolo pubblico, almeno fino a dopo l’estate». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino