L’inflazione si abbatte sulla spesa dei padovani: in un anno 43 milioni di euro in più per pane e pasta

Il carrello della spesa è sempre più costoso da riempire
PADOVA - L’anno scorso i padovani per acquistare pane e pasta hanno speso 43 milioni di euro in più rispetto al 2021 e sono sempre più numerosi coloro che per...

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PADOVA - L’anno scorso i padovani per acquistare pane e pasta hanno speso 43 milioni di euro in più rispetto al 2021 e sono sempre più numerosi coloro che per la spesa scelgono di fare acquisti al discount. Non registra dunque battute l’arresto il rincaro del costo della vita, tanto in città quanto in provincia. Aumenti generalizzati che stanno mettendo a durissima prova decine di migliaia di famiglie.

LA SITUAZIONE

L’impennata dell’inflazione pesa sul carrello dei padovani che, secondo i numeri elaborati da Coldiretti su dati Istat, nel 2022 hanno visto la verdura costare quasi 39 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente, mentre per la carne l’esborso aggiuntivo è di 37 milioni. Sono questi gli alimenti che stanno maggiormente risentendo dell’aumento delle materie prime necessarie per la loro produzione. Al quarto posto ci sono latte formaggi e uova (+30 milioni di euro), che precedono il pesce e la frutta (rispettivamente +16 e +15 milioni di euro). Seguono olio, burro e grassi (+13 milioni) – che sono però la categoria che nel 2022 ha visto correre maggiormente i prezzi – e le bevande analcoliche, dal caffè alle acque minerali fino ai succhi (+ 13 milioni). Chiudono la classifica degli aumenti zucchero, confetture, miele, cioccolato, dolci e sale, condimenti e alimenti per bambini (+7 milioni).

L’ANALISI

«Sotto pressione – sottolinea Coldiretti Padova – è l’intera filiera agroalimentare, a partire dall’agricoltura dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, dal +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma gli aumenti riguardano anche l’alimentare, con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% in più il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica». 
Tutto pesa sul carrello dei consumatori e soprattutto sui bilanci delle imprese dell’agroalimentare: più di un’azienda agricola su dieci è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e oltre un terzo del totale sono costrette a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).
Per difendersi dagli aumenti otto padovani su dieci hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% dei consumatori che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta e in promozione. «Le famiglie – conclude Coldiretti Padova – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom tra punti vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti».

Secondo i dati Istat l’anno scorso è stata registrata l’inflazione più alta dal 1985: rispetto al 2021 in Veneto i prezzi sono cresciuti dell’11,3% principalmente a causa dall’andamento dei costi degli energetici. A titolo di esempio, a Padova il costo del gas registrato lo scorso dicembre, rispetto allo stesso periodo del 2021, vale un +96%. In Veneto l’indice dell’aumento dei prezzi di dicembre, sempre secondo l’Istat, è stato dell’1,3% con Padova che sale al primo posto tra i capoluoghi veneti sopra i 150mila abitanti, con un +11,8%, e si piazza al 14° posto su scala italiana, superando così Verona, solitamente il capoluogo veneto più caro, che invece si non va oltre l’11,6 (16° posto su scala nazionale). Chiude Venezia con il 10,8% (24° posto).

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Il Gazzettino