Ospedali e ambulatori: cento infermieri a rischio sospensione

Stanno per partire le lettere per i sanitari non vaccinati
PADOVA - «Attendiamo entro la fine della settimana gli elenchi dei nomi da parte dell’Ulss. Martedì avremo il direttivo e già mercoledì le...

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PADOVA - «Attendiamo entro la fine della settimana gli elenchi dei nomi da parte dell’Ulss. Martedì avremo il direttivo e già mercoledì le sospensioni potrebbero essere effettive». Fabio Castellan lavora al reparto di Medicina dell’ospedale di Cittadella e da quindici anni guida l’Ordine degli Infermieri di Padova. È stato tra i primi sanitari a vaccinarsi il giorno di Capodanno, da mesi si sgola con gli appelli ai colleghi e ora è pronto ad applicare il decreto Draghi: «Appena l’Ulss ci darà i nomi dei non vaccinati, noi procederemo con le sospensioni dall’albo. Non potranno lavorare fino a quando si vaccineranno oppure fino al 31 dicembre». 


I numeri esatti saranno noti solo nei prossimi giorni quando l’Ulss completerà tutte le pratiche e spedirà gli elenchi agli ordini professionali. Gli infermieri non vaccinati in tutta la provincia di Padova sarebbero oltre un migliaio e sono 100 quelli che lavorano nella sanità pubblica tra ospedali e ambulatori dei distretti. Cento professionisti a rischio stop, dunque. «Non so per quale motivo non si vaccinino - allarga le braccia Castellan - Tutti noi abbiamo ricevuto molte informazioni sul vaccino, credo che questi colleghi abbiano appreso informazioni sbagliate. Mi auguro che il vaccino entri sempre più nella cultura comune». 


I NUMERI
Secondo i dati aggiornati ad una settimana fa in tutto il territorio padovano i sanitari non vaccinati sono 4.428: di questi, 1.104 operano nel Servizio sanitario regionale mentre gli altri nelle strutture private. Parliamo di figure di ogni tipo: medici e infermieri, psicologi e fisioterapisti, ma anche tecnici radiologi, logopedisti e tanti altri professionisti a stretto contatto con i pazienti. Sono stati resi noti anche due dati specifici: i dipendenti dell’Ulss Euganea non vaccinati sono 384 mentre troviamo 36 non vaccinati tra i medici di base e i pediatri di libera scelta. 


LE CATEGORIE
Attenzione, però: ci sono importanti distinzioni tra le varie categorie. Considerando il totale dei sanitari non vaccinati si stima che i medici siano ben sotto il 10%, quindi una fetta decisamente minoritaria. Gli infermieri sono circa il 40% e gli oss oltre il 50%. Se prendiamo in considerazione solo gli ospedali, i medici No Vax sono meno del 5% dei camici bianchi totali. Per infermieri e oss, invece, oscilliamo tra il 10 e il 20% dei professionisti in servizio. 


COSA SUCCEDE
Il decreto prevede l’obbligo di vaccinazione per tutti gli operatori sanitari a meno che non venga prodotto un certificato medico. A valutare ogni singolo caso è l’azienda sanitaria di competenza territoriale: l’Ulss Euganea si occupa di tutti i lavoratori residenti in questa provincia. La legge dice che il dipendente può essere demansionato oppure, se non c’è questa possibilità, sospeso senza stipendio. Considerando i cambi di ruolo e i vaccini dell’ultimo minuto, quelli effettivamente sospesi alla fine potrebbero essere molti meno. 


IL PROBLEMA
Resta il fatto, in ogni caso, che le sospensioni ci saranno e andranno a colpire un comparto già alle prese da anni con le carenze di organico soprattutto nelle case di riposo. Oggi gli infermieri iscritti all’Ordine di Padova sono 7.500 con un’età media di 50 anni. Il presidente Castellan stima, basandosi sulla media europea, che in questa provincia servirebbero 700 lavoratori in più. 


«Dovrebbero esserci 10 infermieri ogni 1.000 abitanti, ma qui siamo a 7,5 - dice Castellan - Non è certo un problema nato con la pandemia. Di questa carenza si parlava già dal 2000, quando molti professionisti arrivavano dall’estero. Tre anni fa abbiamo dichiarato ufficialmente alla Regione che siamo ai minimi. Quest’anno il Ministero per l’Istruzione ha proposto per studiare a Padova 841 posti, mentre noi ne avevamo proposti più del doppio. Un incremento ci aiuterebbe a potenziare l’assistenza territoriale: il futuro va in quella direzione». Il presente, intanto, è il rischio di una raffica di sospensioni. 

 

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Il Gazzettino