Infermieri in fuga dalle case di riposo per guadagnare di più, si rischia il tracollo

Casa Serena a Pordenone
PORDENONE - Spesso si abusa del termine “fuga”. Non in questa situazione. È la realtà, che si trasforma in emergenza da allarme rosso. Le case di riposo...

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PORDENONE - Spesso si abusa del termine “fuga”. Non in questa situazione. È la realtà, che si trasforma in emergenza da allarme rosso. Le case di riposo della provincia di Pordenone hanno raggiunto il punto critico: sono senza infermieri e in molti casi non si riesce nemmeno a compilare i turni settimanali. Il danno più grave? Lo subiscono gli ospiti anziani, che vedono crollare la qualità dell’assistenza. E non hanno colpe. 


LA SITUAZIONE

Dalla criticità, si è passati al tracollo. In poche settimane. Esempi? Purtroppo quanti se ne vuole. Ad Azzano l’Azienda sanitaria sta assumendo l’ultima infermiera che serviva per completare i turni in casa di riposo. Poi sarà impossibile. A Cordenons alcuni professionisti sono tornati nel Meridione perché richiamati dalle Aziende sanitarie vicino a casa. A Pordenone (ambito Umberto I) l’allarme del direttore Di Prima è chiaro: «Se iniziano a chiamare i nostri infermieri siamo letteralmente spacciati». E non mancano le richieste di part-time per svolgere parallelamente la libera professione, che paga di più. Molto di più. Un altro esempio, sempre ad Azzano: l’Asp locale ha aperto un bando per un tempo determinato con vista sull’indeterminato. È andato deserto. E a complicare un quadro già drammatico ci sono le ferie, da garantire in un contesto di scarsità di personale. 


LE MOTIVAZIONI


Perché mancano infermieri nelle case di riposo? In questo caso non c’entra il vaccino, perché la quota di professionisti sospesi è minima. Le ragioni sono economiche, prima di tutto. Le Aziende sanitarie (quindi il pubblico) paga bene e soprattutto garantisce un impiego a tempo indeterminato e in reparti diversi da quelli deputati all’assistenza degli anziani. Logico quindi che con l’apertura delle graduatorie si registri la fuga verso gli ospedali, anch’essi alla ricerca di infermieri. Ma in provincia di Pordenone non c’è solo questo aspetto. Incombono anche i privati, nello stesso settore (quello delle case di riposo) che in questi giorni lamenta l’impossibilità di coprire i turni dell’assistenza a causa della fuga degli infermieri. L’insediamento della residenza privata di Torre (Pordenone) del gruppo Zaffiro, ad esempio, ha fatto salire il livello di allarme nelle Asp della provincia. Il motivo? È sempre lo stesso. Gli infermieri vogliono guadagnare di più, il privato può agire sul contratto e “ingolosire” i professionisti. E il ricambio, una volta persa una risorsa, oggi non c’è.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino