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PORDENONE - La questione è figlia di un procedimento tecnico, perché senza nuovi laureati non si può pretendere di avere altrettanti professionisti pronti a prendere il loro posto negli ospedali del territorio. I tempi, però, fanno riflettere. La prossima “informata” di infermieri professionisti nelle corsie del Friuli Venezia Giulia, infatti, potrà avvenire - ottimisticamente - solamente il prossimo marzo. Bisognerà attenere quindi circa nove mesi per coprire definitivamente i buchi ancora presenti nei reparti. E per questo gli ospedali e le Aziende sanitarie stanno facendo ricorso al personale somministrato, quindi agli infermieri autonomi a gettone.
Le procedure
«Le Aziende sanitarie - conferma Luciano Clarizia, presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche del Friuli Venezia Giulia - in questo momento possono solamente procedere con le assunzioni di personale a tempo determinato. Si tratta quindi di professionisti esterni che devono essere ricercati in tutta Italia. Il prossimo concorso dell’Arcs (l’Azienda zero del Friuli Venezia Giulia) ci sarà invece solamente a novembre, dopo le lauree. Per vedere davvero le assunzioni a tempo indeterminato in corsia, invece, bisognerà aspettare marzo».
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La politica
La somministrazione dei farmaci ospedalieri necessari ai malati presi in carico dai servizi di cure palliative domiciliari è la proposta contenuta nell’ordine del giorno presentato in Aula in occasione della manovra finanziaria dai consiglieri Simona Liguori e Marco Putto.
«La disponibilità dei farmaci H-osp a domicilio - ha spiegato la prima firmataria Liguori - rappresenta un passo fondamentale per implementare le cure palliative al domicilio delle persone affette da patologie tumorali o cronico-degenerative che esprimono la volontà di rimanere nella propria abitazione fino al termine della loro vita. La somministrazione nelle cure domiciliari di alcuni farmaci ospedalieri consente ai pazienti di ricevere trattamenti adeguati soprattutto nei momenti più critici quando sopravvengono condizioni di grave distress che rendono proibitivo il prosieguo delle cure nel proprio contesto abitativo. Già nella missione valutativa del marzo 2022, sull’attuazione delle leggi regionali 10/2011 e 17/2014 per quanto attinente le Reti della Cure Palliative, l’assenza di iter autorizzativi per la somministrazione di farmaci ospedalieri era stata individuata come fattore di debolezza».
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Il Gazzettino