«Infermiere minacciato in Pronto soccorso dai parenti di una paziente». I sindacati alzano la voce

«Infermiere minacciato in Pronto soccorso». I sindacati alzano la voce
UDINE - Un infermiere del Pronto soccorso di Udine «pesantemente offeso e minacciato dai parenti di una paziente che stava soccorrendo». La denuncia arriva da Afrim...

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UDINE - Un infermiere del Pronto soccorso di Udine «pesantemente offeso e minacciato dai parenti di una paziente che stava soccorrendo». La denuncia arriva da Afrim Caslli del Nursind Udine e da Stefano Bressan della Uil Fpl, che segnalano il trend in aumento di «episodi di violenza», generalmente soprattutto verbale, contro i sanitari, in particolare nei reparti di prima linea. Nel caso accaduto l'altra notte al collega di turno in Pronto soccorso «solo la sua esperienza, il suo sangue freddo e le sue competenze sono riusciti a tenere la situazione sotto controllo e a non far sfociare tutto in violenza fisica», dice Caslli. Come fa sapere il Nursind, oltre alla relazione interna all'ospedale «ci sarà anche una denuncia».


La ricostruzione

Erano circa le 23.30 quando l'infermiere è uscito per andare nella camera calda, lo spazio protetto di accesso dall'esterno, «a soccorrere una paziente seduta in auto con i parenti». L'anziana, a quanto pare, avrebbe avuto un mancamento ed era stata portata in Pronto soccorso. Con lei c'erano due parenti, un uomo e una donna. «Entrambi avrebbero minacciato a parole il collega», sostiene il Nursind. Già al momento di fare il triage, il sanitario sarebbe stato assalito verbalmente. «Gli è stato intimato di muoversi». Sarebbe stato preso a male parole con l'invito ritenuto da lui fin troppo pressante a «sbrigarsi a far uscire la paziente dal veicolo». Il tutto fra urla e voci a tono elevato, sempre stando al racconto raccolto dal Nursind. Quindi, le cose sarebbero peggiorate e l'infermiere sarebbe stato «aggredito a parole con minacce di percosse» sempre stando alla ricostruzione del Nursind. Alla fine «sono intervenute le forze dell'ordine. Il collega era così agitato che non è riuscito a proseguire nel suo lavoro».

La denuncia

«Come denunciamo ormai da tempo, gli episodi di violenza contro gli infermieri del Pronto soccorso aumentano sempre più - dice Caslli -. Ultimo in ordine di tempo quello accaduto la scorsa notte al collega. Oramai combattiamo contro queste situazioni ogni giorno». Il Nursind sottolinea che «continuare a lavorare dopo episodi del genere è veramente dura. L'utenza è stanca dei continui tagli ai servizi, delle continue chiusure per mancanza di personale, delle ore se non giorni in barella in Pronto soccorso per un posto letto, delle lunghe attese nel reparto a causa di personale insufficiente e purtroppo si sfoga sempre di più sugli infermieri». Il momento più critico, a detta del sindacato, è quello del triage, quando più volte sarebbe capitato che infermieri abbiano subito «violenza verbale e minacce». I sanitari sono «stanchi sia fisicamente visto l'enorme carico di lavoro» a cui sono sottoposti ogni giorno (il Nursind ricorda che in Pronto soccorso a Udine sono i 31, mentre «Trieste ha più del doppio degli infermieri») sia «moralmente». La beffa, per la prima linea del soccorso è che «l'indennità di Pronto soccorso decretata con il nuovo contratto non è ancora arrivata ai colleghi, sia gli arretrati 2022 sia gli acconti mensili 2023». «Nonostante la diaspora di colleghi verso il privato e la partita Iva continuano a non esserci cambiamenti ed incentivi per chi con dedizione e abnegazione si dedica al lavoro di Pronto soccorso. Altri abbandoni volontari di infermieri, il Pronto soccorso, come tutta l'AsuFc e il Sistema sanitario regionale, non può più sopportarli e tollerarli».

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Il Gazzettino