Infarto stronca noto artista 52enne, 10 giorni fa era morta la mamma

Giulio Tosca e la mamma Mirella Valent
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MOGGIO UDINESE - Stroncato da un infarto il noto artista di Moggio Udinese Giulio Tosca, 52 anni, nato a Gemona del Friuli, padre di due figli in età scolare, molto noto e amato a Moggio dove viveva nella sua casa di via Ermolli. Il corpo di Giulio è stato trovato esanime nella prima serata di ieri, mercoledì 10 gennaio, intorno alle 21.30, all’interno della sua abitazione.


Comunità in lutto
Inutili i soccorsi: l'uomo era morto, stroncato da un malore, d'improvviso. «La comunità è in lutto per questa grave perdita - dice addolorato il sindaco, Giorgio Filaferro -; lo avevo incontrato martedì scorso al bar; stava benissimo, come sempre. Abbiamo bevuto un caffè e lui mi ha parlato dei suoi progetti artistici. La notizia della sua morte ci ha sconvolto. Le condoglianze ai congiunti da parte di tutta l'amministrazione comunale».

Aveva perso la madre 10 giorni fa 
Tosca aveva perso la madre, Mirella Valent, il 31 dicembre scorso, solo dieci giorni fa. La donna, cui Giulio era molto legato, era morta a 75 anni, sempre per malore. Mirella era una autonoma, viveva nella sua casa di Moggio ed era molto amata in paese. Adesso un altro lutto in questa sfortunata famiglia. Giulio lascia nel dolore tanti amici, i due figli e la moglie che non vivono a Moggio. 

Era un autodidatta
Giulio era un autodidatta convinto: «Non volevo frequentare nessuna scuola d'arte - scriveva sul suo sito internet -; penso che, seppure avessi potuto imparare svariate tecniche, lo spirito della mia arte ne avrebbe sofferto». Tosca aveva cominciato a dipingere a livello professionale nel 1986 e già dopo pochi anni aveva iniziato a vendere i suoi quadri, lavorando anche su ordinazione e realizzando mostre. Contemporaneamente aveva continuato i suoi studi da autodidatta, dedicandosi alle sacre scritture di tante civiltà e agli scritti teosofici. Era un anche curioso di scienze naturali, di antropologia, paleontologia, zoologia e astronomia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino