Uomo di 42 anni colpito da infarto: si accascia a terra, lei sente l'urlo e lo rianima in strada

L'ospedale di Mirano
NOALE - In passeggiata con gli amici, sente le urla di un uomo: è un conoscente di un abitante del posto colpito da malore e riverso a terra, cianotico. La donna non ci...

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NOALE - In passeggiata con gli amici, sente le urla di un uomo: è un conoscente di un abitante del posto colpito da malore e riverso a terra, cianotico. La donna non ci pensa due volte: si precipita su di lui e inizia le manovre rianimatorie, fino all’arrivo del 118. L’uomo non è ancora fuori pericolo, in coma farmacologico in un letto dell’ospedale di Mirano, ma senza il provvidenziale intervento del suo “angelo” non ce l’avrebbe comunque fatta. Lei è una signora di Noale che preferisce rimanere anonima, anche se a Noale è conosciuta e ieri la sua storia ha fatto il giro del paese. A fare la differenza sono stati la sua freddezza e un corso di primo soccorso che l’ha fatta muovere con cognizione di causa.


L’episodio è avvenuto in via Cerva nel tardo pomeriggio di domenica. Lei in passeggiata con alcuni amici, che l’hanno poi aiutata nella gestione dell’emergenza; lui, nei pressi di casa, è stato colpito da infarto e si è accasciato a terra, perdendo i sensi. Un destino incrociato tra i due, che potrebbe aver cambiato la vita di entrambi. “Non credo di aver fatto nulla di straordinario - racconta la salvatrice - e sono stupita da tanto clamore. Il mio pensiero in questo momento è rivolto a chi sta combattendo ancora tra la vita e la morte e prego perche possa farcela».


RICONOSCENZA


La vittima, A.C., vive a Noale da poco e ha appena 42 anni. Abita come detto in via Cerva ed ora è ricoverato in Rianimazione, ma i medici mostrano un cauto ottimismo. La sorella di lui, ha voluto ringraziare chi lo ha salvato, anche i medici: «In particolare - dice - la dottoressa del Suem, che ha assistito mio fratello con grande attenzione. Chi però è intervenuto per tenerlo in vita fino al loro arrivo è stato un vero angelo e non finiremo mai di ringraziarla abbastanza. Se mio fratello può ancora sperare di farcela è merito suo». «A dire il vero sono più provata oggi (ieri, ndr.) di domenica - risponde la salvatrice - Ritengo che di fronte a situazioni come queste ciascuno avrebbe fatto altrettanto: si trattava di aiutare una persona, sono stata educata così. Certo, ripensandoci, mi rendo conto che mi sono assunta una bella responsabilita, ma in quel momento il mio istinto di mamma mi ha portato a intervenire. Io un angelo? Ma no, spero solo che il mio gesto possa servire a salvare la vita di questa persona. Sarebbe una grande consolazione, oltre che per la sua famiglia, anche per me. Ciascuno di noi ha la possibilita, sempre, di fare qualcosa di utile per gli altri».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino