Infarto in auto: passante si accorge della mano che sporge, ma è tardi

foto di repertorio
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PEDEROBBA - Erano circa le 16 di ieri pomeriggio quando una donna di Onigo, che aveva approfittato della bella giornata e delle temperature miti per fare una passeggiata, ha notato un'auto con portiera aperta, ferma a lato della carreggiata lungo via Molini. L'immagine di una mano che penzolava all'esterno della portiera aperta l'ha insospettita. Così, con cautela, si è avvicinata per verificare se qualcuno avesse bisogno di aiuto. E, purtroppo, era così. A bordo del mezzo, una Fiat grande Punto, nel posto di guida c'era un anziano privo di sensi. Anzi, ormai privo di vita. L'immagine di quell'uomo seduto e immobile, del resto, lasciava ben poco spazio a dubbi. La donna ha immediatamente chiamato i soccorsi chiedendo aiuto senza perdere neppure un attimo e sul posto sono intervenuti, a sirene spiegate, i carabinieri di Cornuda, l'automedica di Crespano e l'ambulanza di Valdobbiadene. Inutile, però, qualunque tipo di intervento o tentativo di rianimare l'anziano, che era già spirato. Per l'uomo, infatti, non c'è stato assolutamente nulla da fare. Umberto Sfoggia, ottantacinquenne residente in via Maffei a Montebelluna, era infatti morto, colpito da infarto fulminante, in un tranquillo pomeriggio di novembre, nell'auto di sua proprietà. Chissà, magari stava semplicemente facendo un giro per cambiare ambiente lungo una strada percorsa chissà quante altre volte, ma quel viaggio gli è risultato fatale. Ed è probabile che, sentitosi male, abbia accostato, magari con l'intenzione di chiedere aiuto. Il cuore, però, lo ha tradito definitivamente. Alla protezione civile di Montebelluna guidata da Antonio Netto è toccato il compito di recuperare la salma di un uomo che, magari, negli ultimi istanti di vita, ha anche pensato a come evitare che il suo malore potesse magari coinvolgere qualcuno che, inavvertitamente, si fosse trovato sulla sua strada, magari in auto. 

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Il Gazzettino