Consiglio infuocato, aumentano le tasse ma anche le indennità: compensi triplicati, il sindaco sfiora i 10mila euro al mese

Il sindaco Oscar De Pellegrin
BELLUNO - Nel frattempo ieri, 8 novembre, nel giorno del bilancio previsionale 2024 dove si è data notizia di alcuni aumenti di tasse, qualcuno ha fatto circolare la...

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BELLUNO - Nel frattempo ieri, 8 novembre, nel giorno del bilancio previsionale 2024 dove si è data notizia di alcuni aumenti di tasse, qualcuno ha fatto circolare la delibera con i compensi della giunta, del sindaco e del presidente del Consiglio comunale. In un tam tam senza sosta, la determinazione 357 del maggio 2022 (quando sindaco era ancora l'ex primo cittadino Jacopo Massaro il quale aveva recepito gli aumenti previsti ancora dal Governo Draghi, ndr) continuava a rimbalzare da telefono a telefono. Il primo cittadino, infatti, se al 31 dicembre 2021 riceveva un'indennità si 3792,86 euro, dal 1 gennaio 2022 percepiva 6433,07 euro, dal 1 gennaio 2023 la cifra è salita a 7.781,52 euro mentre dal prossimo 1 gennaio saranno 9660 gli euro a titolo di indennità. Per il vicesindaco si passa dai 2086,08 del 2021 ai 5313 del 2024, per gli assessori invece l'indennità sarà pari a 4.347 euro contro i 1706,79 del 2021. Il presidente del Consiglio comunale percepisce oggi 1935,40 euro, dal prossimo anno l'indennità sarà di 2173,50 euro.

«Si tratta di cifre lorde, ovviamente - spiega Paolo Gamba, assessore al bilancio -. Personalmente ci rimetto perché farà cumulo con il mio reddito e mi aumenteranno anche le tasse. Io ricco? Posso dire tranquillamente che tutto quello che ho è frutto del mio lavoro e ne vado orgoglioso. Ma andando oltre alla situazione personale - aggiunge - credo che queste cifre non siano nemmeno paragonabili a quelle, ad esempio, percepite da un consigliere regionale che ha molti meno impegni rispetto a noi e soprattutto molte meno responsabilità. Purtroppo noi amministratori siano il parafulmine di tutto, sempre nel mirino sia che si faccia o non si faccia. Se poi aumenti le tasse, ti arrivano pure gli insulti». Ma se è così tanto difficile, perché impegnarsi nella pubblica amministrazione? «Personalmente lo faccio perché amo profondamente la mia città. La mia soddisfazione sarebbe quella di aver fatto qualcosa di buono, di importante per la comunità. Il problema è che bisogna voler bene a questa città, ma anche il voler bene è un concetto soggettivo. Credo che se tutti remassimo nella stessa direzione tutto andrebbe molto meglio. Ma così non è. Oggi abbiamo perso il senso della comunità, un sentire che forse resiste di più nelle piccole frazioni». Le ore passate in Comune sono tante, conclude Gamba, «tanto che mia moglie, l'altra sera, mi ha chiamato per dirmi se volevo dormire in ufficio». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino