Indagine sullo stato mentale dell'assassino con la motosega

Riccardo Torta
MESTRE - Riccardo Torta è ancora rinchiuso in isolamento nel carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. Sul suo destino pesa la decisione di sottoporlo a perizia...

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MESTRE - Riccardo Torta è ancora rinchiuso in isolamento nel carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. Sul suo destino pesa la decisione di sottoporlo a perizia psichiatrica per valutarne la capacità di intendere e volere. Ricky, 68 anni, in cella è finito la sera dello scorso 15 gennaio, quando le forze speciali della polizia lo hanno catturato al termine di una trattativa di alcune ore cui aveva partecipato anche uno psichiatra. Nel pomeriggio di quello stesso venerdì di sangue aveva ammazzato a martellate in testa la vicina Nelly Pagnussat, 78 anni, straziandone il cadavere con la sega elettrica e riponendo i pezzi i quattro sacchi neri per l’immondizia. «Allo stato dei fatti - spiega l’avvocato Giorgio Bortolotto - non è stato definito ancora nulla. Stiamo ancora valutando gli atti e produrremo anche un’indagine sullo stato mentale. Sulla posizione del mio assistito pesa anche il precedente, l’uccisione del giovane finanziere in centro storico nel 1973. Sono trascorsi più di quarant’anni e reperire la documentazione è piuttosto complicato».

Conosceva bene Nelly, a volta l’aiutava con la borsa della spesa, a volte veniva invitato a bere il caffè oppure a prendere qualcosa di mangiare già pronto da portare via. Per il gip Torta ha commesso un delitto «efferato e apparentemente senza movente» e «ha agito con freddezza e lucidità», dimostrando «di non essere in grado di controllare le pulsioni»: un soggetto pericoloso che deve rimanere in prigione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino