Fuori programma in municipio: «Togliete le scritte Tito», «Ridate a noi sloveni il Narodni Dom»

L'incontro a Trieste tra Dipiazza e Pahor
TRIESTE - «Via le scritte "Tito" sui monti». «Ridate il Narodni Dom alla comunitàslovana». Fuori programma questa mattina in municipio a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TRIESTE - «Via le scritte "Tito" sui monti». «Ridate il Narodni Dom alla comunitàslovana». Fuori programma questa mattina in municipio a Trieste il botta e risposta tra l'assessore regionale Soccimarro e il presidente sloveno Pahor.

L'intervento di Fabio Soccimarro (esponente di Fratelli d'Italia) non era previsto, all'incontro tra il presidente della Repubblica della Slovenia, Borut Pahor, e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza.

Ma Scoccimarro ha preso la parola e chiesto al presidente Pahor di rimuovere le scritte Tito sui monti Cocusso e Sabotino e di farne invece croci in ricordo dei caduti cristiani della seconda guerra mondiale. Il presidente Pahor non ha replicato alla richiesta ma ha invece chiesto al sindaco, al Governo e a tutte le autorità competenti in materia, di realizzare il trasferimento del Narodni Dom di Trieste alla comunità slovena. La "casa nazionale" slovena di Trieste era un tempo la sede delle organizzazioni degli sloveni triestini e fu  incendiata dai fascisti nel 1920.

L'incontro era iniziato in unclima di grande intesa. «Con stima e apprezzamento, all'insegna degli ottimi rapporti che intercorrono tra Italia e Slovenia, ricordando il ruolo di Trieste, città amica, 'ponte' del dialogo e della concreta collaborazione quotidiana tra le nostre realtà e le nostre genti, per continuare a guardare avanti, sempre insieme, proiettati in un futuro europeo di comune crescita, sviluppo e prosperità» aveva detto Dipiazza conferendo al presidente sloveno il trittico dei sigilli storici della Città di Trieste nel salotto azzurro del palazzo municipale.

Pahor ha detto di interpretare questo gesto come «un segnale che siamo sulla strada giusta, che dobbiamo continuare a percorrere all'insegna della convivenza, della cooperazione e dell'amicizia per la pace, il benessere e la prosperità di tutti noi e delle future generazioni» e ha ricordato ancora che, tra qualche giorno, ricorrerà il primo anniversario della celebrazione e dell'omaggio reso con il presidente Mattarella sui luoghi delle tragedie di queste terre a Basovizza, simbolo «della nostra ferma volontà a voler far vincere quel senso di convivenza, amicizia, di futuro comune europeo e del profondo credo nei valori europei che porteremo avanti». 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino