Immigrazione incontrollata e centri storici: fronte comune dei sindaci

I sindaci di Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste
FRIULI VENEZIA GIULIA - Dalla gestione locale dei migranti agli spazi finanziari per l’edilizia pubblica, dagli aiuti ai disoccupati al rilancio dei centri storici....

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FRIULI VENEZIA GIULIA - Dalla gestione locale dei migranti agli spazi finanziari per l’edilizia pubblica, dagli aiuti ai disoccupati al rilancio dei centri storici. Questi alcuni punti nodali al centro dell’incontro fra i sindaci di Trieste, Roberto Di Piazza, Udine, Pietro Fontanini, Pordenone, Alessandro Ciriani e Gorizia, Rodolfo Ziberna svoltosi recentemente nel capoluogo isontino.


Affrontare i problemi in modo unitario 
I primi cittadini hanno condiviso la necessità di affrontare in modo unitario alcuni problemi comuni di rilevante importanza per tutte le città del Friuli Venezia Giulia individuando congiuntamente delle proposte che saranno raccolte in un documento da presentare insieme alla giunta regionale.

«Finalmente c’è la possibilità di un dialogo con questa amministrazione, che si sta dimostrando molto attenta alle esigenze dei territori - spiegano i sindaci -. Considerando che ci sono delle problematiche comuni che necessiterebbero un intervento diretto della Regione abbiamo pensato di confrontarci prima fra di noi condividendo le possibili linee di intervento che saranno oggetto di confronto con la giunta regionale».

Sostenere i disoccupati
Una delle questioni su cui i sindaci chiederanno particolare impegno alla Regione riguarda gli strumenti per sostenere le persone disoccupate con maggiori risorse da destinare ai lavori socialmente utili e a momenti formativi come stage e tirocini, che aiutano il cittadino e contestualmente anche le pubbliche amministrazioni. «Sarebbe opportuno, se possibile, estendere la durata dei Lsu dagli attuali sei mesi a dodici».

Rilancio dei centri storici
Forte attenzione sarà chiesta anche per il rilancio dei centri storici e del commercio cittadino oggi in forte sofferenza. «Questo settore sta conoscendo una crisi attanagliante, causata soprattutto dalle minori disponibilità delle famiglie, da una tassazione soffocante e dall’affermazione dell’e-commerce; è necessario, quindi, implementare gli strumenti a sostegno delle attività nei centri storici destinando non solo risorse per un’animazione mirata attraverso eventi di strada ma anche incentivando la nuova imprenditoria, soprattutto quella giovanile, attraverso una leva fiscale ed una considerevole sburocratizzazione per consolidare un'offerta merceologica cittadina ampia e diversificata».

Progetti Pisus
«Sarebbe anche opportuno predisporre nuove risorse per la prosecuzione dei progetti Pisus, anche in un'ottica di riconversione dei vecchi locali e attivare un nuovo fondo per operatori economici e esercizi commerciali danneggiati da cantieri di lavoro interrotti, che hanno determinato mancati introiti».

Il nodo del Patto di stabilità

Altro argomento di notevole rilevanza è quello degli spazi finanziari. «Il cosiddetto Patto di stabilità ha tra le sue finalità quella di non aumentare il debito pubblico. Nel rispetto di questa finalità noi riteniamo che i Comuni che hanno la necessità di intervenire nell’ambito dell’edilizia pubblica, scolastica, sportiva o su propri edifici, debbano essere autorizzati a farlo, aumentando i loro spazi finanziari, a condizione che essi non concorrano ad elevare il debito pubblico». Fra gli argomenti trattati anche l’immigrazione incontrollata, la riforma delle Uti, l’adeguamento dell’impiantistica sportiva e l’edilizia scolastica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino