«Sei incinta? Ti assumo», l'imprenditore "controcorrente" diventa una star sui social

Riccardo Pistollato, 36 anni
MOGLIANO - Ha fatto il giro di tutta l'Italia la notizia dell'assunzione dell'impiegata 28enne che aveva informato il proprio datore di lavoro di essere incinta. Era a...

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MOGLIANO - Ha fatto il giro di tutta l'Italia la notizia dell'assunzione dell'impiegata 28enne che aveva informato il proprio datore di lavoro di essere incinta. Era a pochi mesi prima della scadenza del contratto a tempo determinato. Nelle ultime ore Riccardo Pistollato, 36enne titolare di AgriCenter, azienda di articoli per il giardinaggio di Mogliano, è stato ricoperto di attestati di stima. Uno su tutti: «Sei un grande uomo», gli ha scritto Alessandra Giraldo, trevigiana responsabile di Progetti Educativi. Le altre reazioni sono sulla stessa linea.


Il sui gesto è diventato un esempio universale. «Mi hanno chiamato da tutte le parti rivela l'imprenditore e sui social sono stato subissato di commenti. Alcuni, come sempre, sono negativi. Ma la stragrande maggioranza sottolinea la bontà della scelta. E questo è l'importante. Sono contento di aver trasmesso un messaggio positivo col mio comportamento». Ma c'è anche il rovescio della medaglia. Quanto fatto da Pistollato dovrebbe essere la normalità. Se l'atto viene applaudito come più unico che raro, evidentemente le cose non funzionano normalmente così. A confermarlo, se ce ne fosse bisogno, ci sono pure i commenti sui social network di persone che hanno vissuto esperienze opposte: una lunga serie di donne che hanno visto spezzarsi il sogno del rinnovo di un contratto a termine, subito dopo aver comunicato ai propri datori di lavoro di essere in dolce attesa. Chissà che il gesto del 36enne non possa contribuire a scardinare questo modo di procedere. Anche perché lui non si è fermato qui.

Una volta rientrata dalla maternità, nello scorso dicembre, la giovane impiegata si è vista anche aumentare di livello. «Se si dà onestà, si riceve indietro onestà - spiega Pistollato - spesso gli imprenditori vengono dipinti come approfittatori che pensano a fare soldi sulle spalle dei dipendenti. Non è così. Solamente creando una squadra e responsabilizzando i propri collaboratori è possibile lavorare assieme per un obiettivo comune, in modo da stare bene tutti. Io spero di essere un buon esempio. Ma non funziona dappertutto allo stesso modo. Se non si vede il dipendente come un semplice lavoratore fine a sé stesso, è possibile ricevere qualcosa in cambio che consente di creare una vera squadra. Vale nelle piccole e medie imprese, ma, pur a settori, dovrebbe essere lo stesso anche in quelle grandi».
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Il Gazzettino