Padova. Travolto e ucciso, il pirata filmato: si ferma, ma non scende dall'auto

Intorno alle 18 di lunedì 6 febbraio un passante ha chiamato il 118 subito dopo aver visto Copetti con il volto tumefatto

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PADOVA - Quel lunedì sera del 6 febbraio dopo avere investito il dirigente di banca Fabrizio Copetti, una trentina di metri dopo l'impatto, il 58enne Michele Salmaso ha arrestato la corsa della sua Citroen C1. La prova arriverebbe da alcune riprese di una telecamera per la videosorveglianza, installata su via d'Avanzo, dove si vede l'utilitaria fermarsi e l'automobilista azionare le quattro frecce. L'occhio elettronico però non ha inquadrato il guidatore scendere dalla macchina.

Le indagini

Il pubblico ministero Giorgio Falcone, titolare delle indagini, ha ordinato una consulenza dinamica per ricostruire nei dettagli l'incidente stradale costato la vita al 54enne originario di Venzone in provincia di Udine. Gli esperti dovranno valutare in quale punto è stato investito il dipendente della Unicredit, a che velocità procedeva la Citroen C1, se la visibilità intorno alle 18 era buona e quanti metri dopo l'impatto Salmaso si è fermato. Inoltre, nella giornata di oggi, i poliziotti della Scientifica dovranno comparare alcune tracce di sangue trovate sull'utilitaria con il Dna di Copetti. Le riprese della telecamera invece darebbero in parte ragione al 58enne, difeso dall'avvocato Riccardo Cerioni. Salmaso aveva dichiarato: «Stavo rientrando a casa. Ero andato a fare la spesa per una signora che mi aveva chiesto un piacere. Ad un tratto ho sentito un urto e ho rallentato. Poi mi sono fermato e ho messo le quattro frecce. Ho visto il lunotto anteriore scheggiato e ho pensato di aver colpito un cartello della segnaletica stradale. Ero arrabbiato perché non ho neppure i soldi per vivere, figuriamoci per aggiustare la mia Citroen C1». L'automobilista, fin da subito, aveva giurato di essersi fermato, come ha confermato la videosorveglianza. Tuttavia non sarebbe sceso dalla macchina e non ha prestato soccorso. Ed è finito indagato per omicidio stradale e omissione di soccorso.

La polizia locale è riuscita ad arrivare al 58enne residente a Ponte di Brenta, proprio grazie a una telecamera che ha inquadrato la targa della Citroen C1. L'auto, ancora sotto sequestro, presenta una importante ammaccatura sul montante e la rottura del parabrezza. È qui che sono state rinvenute alcune tracce ematiche.

L'incidente

Intorno alle 18 di lunedì 6 febbraio un passante ha chiamato il 118 subito dopo aver visto Copetti con il volto tumefatto, privo di sensi nei pressi dell'attraversamento pedonale. I paramedici sono subito arrivati, allertando anche la polizia locale. Ma quando hanno esaminato le condizioni del 54enne, si sono resi conto che la situazione era ben più grave di quella che si pensava: non poteva essersi provocato quelle lesioni semplicemente cadendo a seguito di un malore, come si era ipotizzato in un primo momento. Trasportato in ospedale, Fabrizio Copetti è deceduto poco prima delle 21. 

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Il Gazzettino