Incidente mortale in Pontebbana. Morto l'imprenditore Doro. La famiglia, il nipotino e i "magnifici 28", il commento di Zaia

SAN PIETRO DI FELETTO - Una vita intensa, ricca di impegni e di soddisfazioni. Forse non basterebbe un libro per descrivere la storia di Elio Doro, patron della Multirail di...

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SAN PIETRO DI FELETTO - Una vita intensa, ricca di impegni e di soddisfazioni. Forse non basterebbe un libro per descrivere la storia di Elio Doro, patron della Multirail di Codognè. È il simbolo dell’imprenditoria veneta, quella che parte dal basso. È riuscito a inventare un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, con una squadra di “operai” che lui definiva amici. Con il suo brand internazionale ha allestito treni ad alta velocità dalla Finlandia all’Arabia Saudita, dal Giappone alla Nuova Zelanda. Ha accettato sfide impossibili per soddisfare la domanda del cliente anche il più esigente. Doro era felice ieri mattina, sabato 14 agosto, in sella alla sua moto, una passione che aveva da sempre coltivato. Era felice pensando al suo nipotino, di quasi due anni, Giampietro: quando parlava di lui gli si illuminavano gli occhi. Chiusa l’azienda per il periodo estivo aveva deciso con la compagna di una vita, Carlina, di fare un giro spensierato lungo le strade del Veneto che ha sempre portato nel cuore. Poi il tragico incidente. Non era solo un eccellente imprenditore. Era una persona umile, buona, che non amava apparire, semplice, affabile e pronta ad ascoltare. 

LE COLLABORAZIONI
Avrebbe potuto facilmente raccontare al mondo delle sue amicizie e delle collaborazioni con Montezemolo, con Giugiaro, con i migliori designer italiani con i quali fin dall’inizio della sua Multirail, aveva collaborato allestendo centinaia di treni in tutto il mondo. Lui, invece preferiva fare e tacere piuttosto che parlare. A parlare per lui sono gli allestimenti dell’Orient Express, dei treni di Italo, delle FrecciaRossa e di tutti quei treni che nei vent’anni di attività dell’azienda (festeggiati lo scorso 26 luglio) aveva con cura preparato assieme ai “magnifici 28” i suoi collaboratori, operai specializzati che lo trattavano come un amico. In un’intervista rilasciata qualche settimana fa al Gazzettino aveva raccontato: «Abbiamo costruito allestimenti per treni in Finlandia che richiedevano materiali capaci di resistere alla temperatura di 40 gradi sotto zero e in Arabia Saudita ci hanno chiesto di farlo con temperature a 40 gradi sopra lo zero. Le sfide erano sempre grandi ma le abbiamo accettate, vincendole siamo cresciuti come azienda e questa è stata la mia, la nostra grande soddisfazione». Due anni fa in occasione del diciottesimo compleanno della Multirail il governatore del Veneto Luca Zaia, aveva voluto essere presente a tagliare il nastro di quel traguardo importante. L’attività nata in un capannone della zona industriale di Cimavilla di Codognè aveva portato nel mondo il nome del Veneto.

IL CORDOGLIO


«Una terribile notizia che oscura il sole di Ferragosto - ha commentato Luca Zaia appena saputo della morte dell’amico imprenditore - Elio era un vero gentiluomo, una persona affabile, umile e capace di inventarsi un’azienda che è diventata leader nel mondo in un settore che ha saputo ritagliarsi con le sue forze e la sua intelligente caparbietà. Un vero simbolo dell’imprenditoria veneta che lascia un vuoto immenso. Apprendere della sua scomparsa è stato come un fulmine a ciel sereno, una notizia che mai avrei voluto sentire. Una perdita enorme per tutti. Ricordo il suo discorso in occasione del diciottesimo anniversario della Multirail, quando si commosse nominando i suoi operai che preferiva chiamare amici. Mi stringo in un forte abbraccio alla famiglia, ai figli e a tutti quelli che lo hanno conosciuto e stimato».


 

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Il Gazzettino