La lite per gelosia e la fuga nella notte, il fidanzato di Miriam: «Non l'ho cacciata, ho fatto di tutto per farla restare»

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PIEVE DEL GRAPPA - Non c'è solo il dolore per la morte di Miriam. Il fidanzato Tommaso Dal Bello, 19 anni, deve fare i conti anche con la paura di ritorsioni. Tanto da non uscire di casa, ora protetta da un sistema d'allarme appena installato proprio per scongiurare eventuali intrusioni e spedizioni punitive. Si è chiuso in sé stesso e dorme con il fratello Luca, che gli sta vicino giorno e notte. Ma la famiglia ha chiesto anche supporto psichiatrico. «Ho ricevuto minacce di morte sul web: mi accusano di averla cacciata da casa in piena notte. Ma non è vero. Se n'è andata dopo un piccolo bisticcio nato per questioni di gelosia nei confronti di un'amica, ha voluto anche guardare i messaggi, ma non era niente di grave. Io ho provato in tutti i modi a convincerla a restare». Compreso seguirla in auto: il fratello Luca al volante, lui, che si è rotto un femore in un incidente, seduto accanto nel disperato tentativo di fermare la ragazza, che prima delle 4 aveva deciso di tornare a casa a piedi, da Paderno, frazione di Pieve del Grappa, a Oné di Fonte.

«Se le telecamere del cimitero funzionano, proveranno che l'abbiamo seguita fino alla chiesa. Poi siamo andati a prendere le sigarette anche per lei, sperando che nel frattempo si calmasse». Invece Miriam era sparita. «L'abbiamo cercata a lungo in zona - assicura il fratello maggiore - Ma chi poteva immaginare che fosse sulla provinciale, una strada buia e senza marciapiede? Le avevo detto che era pericoloso con tutti i pazzi che a quell'ora tornavano dalle discoteche». A un certo punto si sono rassegnati: «Ci siamo detti: si è fatta venire a prendere da qualcuno».

LA DOCCIA GELATA


La doccia gelata è arrivata la mattina dopo. Anche per Tommaso: i genitori della ragazza lo hanno chiamato e, saputo del bisticcio, lo hanno accusato di aver messo alla porta la loro figlia e di non aver fatto abbastanza per impedire che vagasse da sola nella notte. «Invece abbiamo tentato in tutti i modi convincerla - ribadisce Luca -. Le ho detto che poteva dormire in un'altra stanza ma ero anche pronto a riaccompagnarla a casa io. Non ha voluto». Così la serata romantica si è trasformata in tragedia. Dopo quella sfiorata un mese fa, quando i fidanzati sono rimasti coinvolti in un incidente d'auto a Mussolente (Vicenza). La Peugeot di Tommaso si era scontrata con una Nissan Qashqai. Ad avere la peggio era stato proprio il 19enne, estratto dalle lamiere con fratture al femore sinistro e al cranio. La riabilitazione sarà ancora lunga: Tommaso è in sedia a rotelle, cammina solo per brevi tratti con l'aiuto delle stampelle. Alle conseguenze fisiche si è aggiunto ora il fardello psicologico della morte di Miriam. La ragazza se l'era cavata solo con qualche botta. Lunedì notte invece il suo corpo è stato orrendamente dilaniato nell'impatto.

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Il Gazzettino