Schianto mortale dopo la discoteca: vittima l'operaio della De Longhi scappato dalla miseria che sognava di aprire un'officina

Schianto mortale dopo la discoteca: vittima l'operaio della De Longhi scappato dalla miseria che sognava di aprire un'officina
TREVISO - «Sognava di aprire un'officina: in Camerun faceva il meccanico, i motori erano la sua grande passione. Stava mettendo da parte i soldi: si era già...

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TREVISO - «Sognava di aprire un'officina: in Camerun faceva il meccanico, i motori erano la sua grande passione. Stava mettendo da parte i soldi: si era già comprato alcune attrezzature. Era riuscito a costruirsi una nuova vita qui in Italia, dopo essere scappato dalla miseria». All'amico e connazionale Narcisse Onanena suona innaturale parlare di Hyacinthe Gael al passato. E' con lui che divideva l'appartamento ed è a lui che aveva raccontato la sua storia, fatta di difficoltà e sacrifici, ma anche di tenacia e speranza. Hyacinthe Gael Odiang non aveva dovuto aggiustare soltanto le auto, ma anche la sua vita. «Era arrivato in Italia quattro anni fa per sfuggire alla miseria e aiutare da lontano la famiglia rimasta in Africa - racconta l'amico -. Spediva i soldi alla mamma malata». 

Scappato dalla miseria, ha trovato la morte sulla strada

Il viaggio della speranza, le prigioni libiche, la scommessa di mettersi nelle mani dei trafficanti, la traversata del Mediterraneo a bordo di un barcone per poi approdare in Sicilia e da qui raggiungere la Marca, dove vive una zia. C'è tutto questo nel passato del 32enne che aveva ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari. E adesso guardava fiducioso al futuro: la storia d'amore con la fidanzata, il nuovo lavoro nello stabilimento De' Longhi a Mignagola di Carbonera e quel sogno nel cassetto di aprire un'officina tutta sua per dedicarsi ai motori. Tutto sfumato in un batter di ciglia, nel tragico incidente di ieri mattina all'alba. 

Incidente dopo la discoteca a Vicenza

«Era andato a ballare in discoteca con altri amici. Avevano fatto una macchina unica per andare a Vicenza» - spiega Narcisse, a cui è toccato il mesto compito di riconoscere la salma all'obitorio del Ca' Foncello. E di dare la tragica notizia ai famigliari: alla fidanzata, alla zia che abita a Ponzano e anche al resto della famiglia, rimasta in Camerun. «Non ci credevano, ho dovuto ripeterlo più e più volte. Ho dovuto mandare persino delle foto. Sono distrutti. Siamo tutti distrutti». Ambizioso e determinato ma anche gentile e disponibile, il 32enne era riuscito a farsi benvolere. 

 

Chi era la vittima

«Era davvero una persona meravigliosa - affermano i proprietari dell'appartamento di via Moncini, una stradina interna immersa nella campagna al confine fra Treviso e Frescada dove lui abitava insieme all'amico. «Gael era cordiale rispettoso, disponibile: se c'era bisogno di una mano lui la dava sempre, soprattutto sulle auto visto che faceva il meccanico. E' arrivato con poco e si è fatto da solo. La notizia della sua morte è stata davvero un brutto colpo». Una mazzata anche per la famiglia d'origine, rimasta in Camerun, a cui il 32enne spediva periodicamente una parte dei soldi guadagnati. Voleva assicurare loro una vita più dignitosa: era questo l'impegno che aveva preso con sé stesso quando aveva lasciato il Paese. «La mamma è malata: i soldi servivano anche per le cure» - prosegue l'amico, che pur nel dolore ha dovuto farsi forza per consolare i parenti. Anche lui ha faticato a credere che l'amico fosse morto quando i poliziotti gli hanno bussato alla porta, alle 7 di ieri mattina, in una giornata che avrebbe dovuto essere di festa. «Ho visto la polizia suonare il campanello con insistenza segno che era successo qualcosa di grave - racconta Elvira, l'anziana dirimpettaia -. Non lo conoscevo bene ma ci salutava sempre e non ha mai creato problemi. Solo un po' di musica alta quando organizzavano le feste. Mi dispiace molto per quello che è successo». 


Mep

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Il Gazzettino