L'amica di Chiara: «So che mi hai fatto scudo con il corpo»

CHIOGGIA - «Vorrei stare male insieme a te, che fossimo a letto, ad aspettare di guarire e, intanto, potessimo ridere e scherzare come sempre». Tra i ricordi che gli...

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CHIOGGIA - «Vorrei stare male insieme a te, che fossimo a letto, ad aspettare di guarire e, intanto, potessimo ridere e scherzare come sempre». Tra i ricordi che gli amici e i parenti di Chiara Pavanello hanno voluto esprimere al suo funerale, questo è stato uno dei più toccanti. L'ha pronunciato in chiesa, di fronte alle oltre mille persone giunte per dare l'ultimo saluto alla quattordicenne prematuramente scomparsa, l'amica quindicenne che era con lei sulla bicicletta elettrica la sera in cui, senza luci, sulla Romea, sono state investite da un automobilista che non le aveva viste. Un ragazzo di vent'anni che poteva essere il loro fratello maggiore.


LA TESTIMONIANZA
«Non ricordo cos'è accaduto - ha detto l'amica di Chiara - ma so che mi hai fatto scudo con il tuo corpo. Forse è stato merito di quel braccialetto portafortuna che tu e la tua famiglia mi avete regalato». La cerimonia era iniziata alle 15 con l'arrivo, nella chiesa di Borgo San Giovanni, della bara bianca di Chiara. Ad attenderla tantissimi ragazzi, molti adulti, insegnanti, genitori e fratelli di quegli stessi ragazzi, e quattro religiosi: il vescovo, monsignor Adriano Tessarollo, che ha presieduto il rito funebre, il parroco, don Alberto Alfiero, e gli ex parroci del Borgo, don Angelo e don Mario. Non c'era, però, la mamma di Chiara, Mariagrazia, che non ha avuto la forza di partecipare. Una cerimonia densa di emozione, ma anche di timidezza, quasi come se la folla temesse di disturbare il dolore dei congiunti: molti si erano fermati sulla soglia della chiesa, lasciando fuori altre persone, e c'è voluto più di un sollecito perchè la gente andasse verso l'altare permettendo l'ingresso di chi era rimasto fuori. Ma anche così, la chiesa non ha potuto accogliere tutti...
 
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Il Gazzettino