Montebelluna. Frontale tra una corriera e un furgone. L'autista del bus: «Ho cercato di accostare il più possibile per evitare il peggio»

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Se non fosse stato per la sua prontezza di riflessi, il bilancio del frontale sarebbe stato ancora più tragico. «Ho visto il furgone...

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MONTEBELLUNA (TREVISO) - Se non fosse stato per la sua prontezza di riflessi, il bilancio del frontale sarebbe stato ancora più tragico. «Ho visto il furgone invadere la mia corsia, così ho rallentato il più possibile e mi sono spostato sulla destra, verso il ciglio della strada per evitare il peggio. Dovevo tutelare i ragazzi a bordo. Ma di più non potevo fare perché c’era un platano». Alessandro Cappelletto, 43enne di Mogliano, guidava la corriera coinvolta nel frontale di ieri pomeriggio. L’autista è ancora scosso. Eppure in quegli istanti è riuscito a mantenere la lucidità necessaria per limitare i danni ai passeggeri. «Ho fatto il possibile ma non sono riuscito a evitare la collisione» ha detto Cappelletto agli agenti della polizia locale intervenuti per eseguire i rilievi. Il 43enne è finito all’ospedale insieme a una 15enne di Caerano: entrambi con lievi contusioni. Nulla in confronto a quello che sarebbe potuto capitare. Il conducente si è visto il furgone addosso. Un urto violentissimo, tanto da far girare il mezzo su se stesso. Segno che l’auto, probabilmente, correva oltre i limiti. La velocità è uno degli aspetti al vaglio della polizia locale. Alcuni ragazzi a bordo della corriera hanno riferito che il furgone correva parecchio. Il bus della linea Treviso-Bassano invece viaggiava sotto i 50 chilometri orari, dai primi riscontri. Del resto, 200 metri prima dello schianto si era fermato per far salire alcuni ragazzi. Quando l’autista si è accorto dell’invasione di corsia ha rallentato ulteriormente, in modo da non aumentare la violenza dell’impatto ma da incassare il colpo, ormai inevitabile. Un comportamento impeccabile, a detta degli stessi soccorritori, che ha evitato conseguenze ancora più drammatiche. 

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LO CHOC
Adesso l’autista (come del resto i sei giovanissimi passeggeri) dovrà fare i conti con il trauma. Non sarà facile rimettersi alla guida. «È una persona diligente, seria e stimata - dice un collega della Mom - Anni fa lavorava per la Flixbus. Un incidente del genere è un duro colpo, che gli lascerà il segno. Siamo dispiaciuti». Quella di ieri sembrava una corsa come tante altre, in un calo pomeriggio di ottobre. Invece in un attimo si è consumata la tragedia. In quel rettilineo, che collega Montebelluna e Caerano, la visibilità è buona. Ma chi la percorre deve fare i conti con i platani a bordo strada. La presenza delle piante ha ridotto i margini di manovra dell’autista. Non ha potuto infatti spostarsi più di tanto a ridosso sul ciglio della strada per ridurre ulteriormente la superficie di impatto con il furgone. A meno di non schiantarsi contro uno dei tronchi. 


IL PRECEDENTE


Se l’Italia intera ha ancora davanti agli occhi le immagini della strage del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre, nella Marca il precedente risale a due mesi fa a Spercenigo, frazione di San Biagio di Callalta. A inizio agosto una corriera di Atvo era caduta nel fosso in via Pellico e si era ribaltata su un fianco. Tutti e sei i passeggeri a bordo erano rimasti feriti, fortunatamente in modo lieve. L’autista li aveva aiutati a uscire dalle botole posizionate sul tetto. La carambola sarebbe stata indirettamente provocata da un camion proveniente dalla direzione opposta. L’autista, temendo una collisione in quella strada stretta e tutta curve, si era spostato sull’erba a bordo strada ed era caduto giù.

 

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Il Gazzettino