Strage di Godega. I vigili del fuoco soccorritori: «L'immagine di quei quattro ragazzi incastrati nell'auto non la dimenticheremo mai»

CONEGLIANO - Sono passati alcuni giorni dal terribile incidente che ha spezzato le vite di quattro ragazzi nella notte tra il 13 e il 14 agosto a Godega, ma le immagini di questa...

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CONEGLIANO - Sono passati alcuni giorni dal terribile incidente che ha spezzato le vite di quattro ragazzi nella notte tra il 13 e il 14 agosto a Godega, ma le immagini di questa grande tragedia sono ancora stampate nella mente di chi è intervenuto quella notte. In prima linea, come sempre, i vigili del fuoco di Conegliano i quali hanno confidato, durante un incontro informale al di fuori delle convenzionalità lavorative, come sia difficile in questi giorni rielaborare quanto accaduto. Erano la consueta squadra di cinque quella notte di turno, tutti colleghi da tempo e fortemente affiatati: «Era una serata come tutte le altre, con due chiamate risolte senza particolari problemi - racconta il caposquadra - Dopo neanche un'ora dall'ultima, ci chiamano per questo incidente stradale con persone incastrate. Quando siamo arrivati lì abbiamo chiesto l'intervento dell'autogru perché la macchina era nel fossato, ma poi siamo riusciti a risolvere con il carroattrezzi per girare l'automobile e poter procedere all'estrazione delle persone rimaste dentro». L'intervento dal punto di vista tecnico è stato come molti altri di routine nel loro mestiere, spiegano, ciò a cui non si è mai preparati è vedere le conseguenze sulle vittime di questi incidenti. Due di loro sono padri di ragazzi quasi della stessa età delle vittime e quella scena non riescono a levarsela dalla mente, perché in quella situazione ci sarebbero potuti essere i loro figli, di ritorno a casa in una delle tante serate di vacanze. «Abbiamo letto tanti commenti assurdi, superficiali e inutili che forse la gente non farebbe se avesse visto quello che abbiano visto noi. Si parla di quattro giovanissimi ragazzi che se ne sono andati, non si devono cercare colpe, a volte è anche il destino, certo la strada è stata insidiosa. Lì c'erano già stati due morti in passato». Uno della loro squadra era di turno anche la volta precedente e di nuovo si è trovato in una situazione simile.


LA DIFFICOLTA'
«Quattro ragazzi morti così: la cosa ti sconvolge; non è che dopo sia semplice nel prosieguo delle giornate; le scene ti si ripresentano in mente. Noi non abbiamo supporti di psicologi che ci aiutino in queste situazioni». Nel tempo sono diversi i casi che avrebbero necessitato di un supporto psicologico, andati ad accumularsi senza un sostegno specialistico che sarebbe d'aiuto a gestire le conseguenze di questo complesso mestiere. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che dietro alla professionalità dei vigili del fuoco ci sono persone dal diverso grado di sensibilità, padri di famiglia o giovani con meno esperienza, sempre pronti a intervenire non solo per dovere, ma con grande generosità.


IL CONFRONTO


«Ne stiamo parlando molto in questi giorni tra di noi e con i colleghi. Cerchiamo di supportarci integrando le nostre diversità, per sopperire laddove ci siano degli scricchiolii». Tutti sostengono che trovano conforto parlandone. «La nostra è una bella squadra, per fortuna - dice un altro collega, anche lui lì quella sera - Ci confrontiamo sempre, però tutti poi tornano alle proprie famiglie, ma quando ci rivediamo ne riparliamo, perché parlare ci fa bene. Non è stato tanto l'intervento tecnico, ma l'aspetto psicologico a metterci alla prova. La notte non dormi, perché queste sono cose forti, non sono situazioni a cui ti puoi abituare. I vigili del fuoco non sono dei robot sono delle persone. Fortunatamente non capita spesso, però quando capita dobbiamo affrontarle da soli e non è facile». Condivide queste opinioni un altro collega, presente alla tragedia: «Dato che non c'è un supporto psicologico è indispensabile fare squadra. C'è chi è più sensibile e sostenersi è fondamentale anche per interventi più semplici. Ci sono inoltre i colleghi più giovani da supportare, se pure a volte sono loro a salvarti la pelle, ma la collaborazione serve a crescere e parlarne con la squadra aiuta a superare le difficoltà».


 

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Il Gazzettino