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CHIONS - Era alla guida dell'autoarticolato che nel giugno del 2022 finì contro l'autocarro condotto da Stefano Crosara, 34enne di Chions e da tre mesi papà di una bimba. Il giovane padre perse la vita lungo la A4, nel tratto maledetto di San Stino di Livenza. Un groviglio di lamiere in mezzo alla quotidiana coda e un corpo incastrato in quello che era rimasto della cabina di guida.
LA SENTENZA
Ieri mattina davanti al giudice monocratico Alberto Rossi (vpo Patrizia Cau) c'è stato l'epilogo giudiziario della vicenda, anche se il giudice ha rinviato l'udienza al 29 maggio per discutere sulla possibile conversione della pena in lavori di pubblica utilità. Vincenzo Ruggiero, 27 anni residente a Forlì, è stato condannato con rito abbreviato a tre anni di reclusione. Difeso dall'avvocato Elio Valentini, il 27enne è risultato sobrio; inoltre non stava utilizzando il cellulare e correva a 75 chilometri orari, quindi ben sotto il limite di velocità imposto nei tratti autostradali.
L'INCIDENTE
Un ammasso di lamiere: questo lo spettacolo da brivido che si erano trovati davanti il 15 giugno 2022 i soccorritori accorsi nel tratto della A4, in Comune di San Stino. Crosera stava andando in direzione Trieste, quando tra l'ingresso di San Stino e Portogruaro il suo motocarro si è trovato schiacciato tra due mezzi pesanti, guidati da due autisti che sono rimasti illesi. Le sue ferite erano apparse da subito molto gravi. Il giovane papà era stato liberato e rianimato, quindi trasferito nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Mestre. Ma ogni cura è risultata inutile e il giorno dopo l'incidente è morto, lasciando sole anche la sua compagna e la bimba di soli tre mesi. Ieri alla lettura della sentenza nell'aula del tribunale di Pordenone c'erano anche loro, la piccola in braccio alla mamma. E altri parenti in silenzio, ad attendere la decisione del giudice.
LA VITTIMA
Crosara lavorava da un anno e mezzo per una ditta che commercializza macchinari agricoli, a Sesto al Reghena. I colleghi e gli amici avevano ricordato il 24enne descrivendolo come un ragazzo solare, amico di tutti e gran lavoratore. Nativo della frazione di Taiedo, da alcuni mesi viveva con la compagna a Villotta. «Un autista bravo e puntuale - le parole del titolare della ditta Tiziano Menardi -. Mi aveva confessato che avrebbe poi proseguito con l'attività di famiglia, in campagna».
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