Il trattore si ribalta nel fosso, Emanuele muore intrappolato

Emanuele Crema
PADOVA - Uomo disponibile e cordiale che non si negava mai: nel lavoro, nell'associazionismo, nello sport. Nessuno avrebbe mai pensato che la sua  vita potesse essere...

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PADOVA - Uomo disponibile e cordiale che non si negava mai: nel lavoro, nell'associazionismo, nello sport. Nessuno avrebbe mai pensato che la sua  vita potesse essere spezzata così, in un tragico incidente sul lavoro. Emanuele Crema, 40 anni, è morto ieri pomeriggio a bordo del suo trattore. Il mezzo agricolo si è ribaltato in un canale di irrigazione: una trappola che non gli ha lasciato scampo. Il giovane è rimasto imprigionato nella cabina del mezzo ed è morto probabilmente per annegamento: l'assenza di ferite sulla salma fa propendere per questa ipotesi.


CANALETTA INSIDIOSA
L'incidente è avvenuto verso le 18.30 a Casale di Scodosia, in via Marcella, al confine con Montagnana. Crema aera al volante del trattore, a ridosso della canaletta da cui aveva intenzione di prelevare l'acqua con cui riempire il serbatoio del mezzo agricolo. Ma a un certo punto qualcosa è andato storto: il terreno sotto alle ruote ha ceduto e il trattore è finito in acqua, ribaltandosi su un fianco. Emanuele è rimasto intrappolato nella cabina. Per estrarlo ci sono voluti i pompieri ma ormai era troppo tardi: per il giovane agricoltore non c'era più nulla da fare. I vigili del fuoco arrivati sul posto da Este e da Padova hanno messo in trazione il trattore con il verricello di un fuoristrada quanto bastava a sfilare il giovane da sotto il mezzo. Purtroppo non è bastato a salvargli la vita e il medico del Suem non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per i rilievi e gli accertamenti.
Alle 21 il buio pressoché totale di quell'angolo di campagna era rischiarato dai fari dei pompieri, impegnati a ripescare il mezzo, e dai lampeggianti delle gazzelle dell'Arma. La notizia della morte del 40enne si è diffusa rapidamente nella zona della Megliadina, dove era molto conosciuto e dove tutti stentano ancora a credere a un destino così crudele. Crema era dipendente del Consorzio agrario di Padova e Venezia: aveva lavorato prima nella sede di Santa Margherita d'Adige e poi a Mestrino. Cresciuto in una storica famiglia di agricoltori di Megliadino San Vitale, continuava a dare una mano nell'azienda di famiglia.
Molto legato al suo paese natale, di recente si era trasferito a Borgo Veneto, in località Megliadino San Fidenzio, insieme alla fidanzata. «Era un ragazzo bravissimo che si è sempre dato molto da fare per il paese» afferma Silvia Mizzon, sindaca di San Vitale. Il 40enne infatti era l'anima del Real San Vitale, la squadra di calcio amatoriale di cui era stato giocatore e vicepresidente. «Ci dava una mano anche nell'organizzazione dei centri estivi: ci sapeva fare con i bambini prosegue la Mizzon, addolorata per l'accaduto . Emanuele era disponibile, cordiale, a modo: parlarne al passato mette i brividi».

«Era un ragazzo semplice e di buon cuore: se poteva darti una mano te la dava volentieri» lo ricorda Emilio Cappellari, agricoltore e presidente Cia per la zona dell'estense. Emanuele lascia nel dolore papà Adriano, mamma Daniela e i fratelli Fidenzio, Damiano, Marta, Michela e Laura. Per i genitori è il secondo pesantissimo lutto: quarant'anni fa la coppia aveva perso una bimba, travolta da un'auto a soli 7 anni.
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Il Gazzettino