Ubriaco investì e uccise un pedone, 24enne condannato a tre anni e mezzo

L'incidente in cui perse la vita Mauro Meneghel
CAORLE - Messosi alla guida della sua auto con troppo alcol in corpo, aveva perso il controllo della macchina lanciata in corsa, ben sopra i limiti consentiti, era uscito di...

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CAORLE - Messosi alla guida della sua auto con troppo alcol in corpo, aveva perso il controllo della macchina lanciata in corsa, ben sopra i limiti consentiti, era uscito di strada e aveva investito un malcapitato che in quel momento passeggiava sul ciglio della strada. 


Un impatto devastante: Mauro Meneghel, 57enne di San Giorgio di Livenza, morì sul colpo. Ieri il suo investitore - Riccardo Rorato, 24 anni, anch’egli di San Giorgio - è stato condannato a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione per omicidio stradale dal giudice monocratico di Venezia, Stefano Manduzio. In aula, a chiedere la condanna, il pubblico ministero Giovanni Gasparini che ha condotto le indagini in questi mesi.

USCITO PER UNA PASSEGGIATA
Il fatto risale al 20 febbraio scorso. Un sabato pomeriggio come tanti, in cui Meneghel era uscito per una passeggiata. Attorno alle 17, era a Torre di Fine, lungo via Revedoli, subito dopo l’incrocio con via Machiavelli. Qui venne centrato dalla Vw Golf di Rorato che era uscito di strada dopo una curva. Inutili i soccorsi arrivati poco dopo sul luogo dell’incidente. Come appurato anche dall’autopsia eseguita dal medico legale Cristina Mazzarolo, la vittima morì sul colpo per i «gravissimi politraumi riportati». 

LA RICOSTRUZIONE
Il capo d’imputazione ricostruisce le fasi della tragedia, con la macchina che esce di strada, «dopo una curva effettuata a velocità sostenuta», che «procede per circa 36 metri sul ciglio erboso» fino ad impattare contro Meneghel, «sbalzato a una distanza di circa 50 metri». 

ALCOL E VELOCITÁ
A Rorato viene contestata la velocità: superiore agli 85 chilometri orari in un tratto in cui il limite è fissato a 50. E soprattutto l’aggravante della guida in stato di ebbrezza: i test accertarono nel giovane un tasso alcolemico di 1,83/1,89 grammi per litro, a fronte di un limite massimo di 0,5 grammi per litro. Dopo l’impatto, Rorato si era allontanato a bordo della sua auto, ma per poi tornare quasi subito, prima dell’arrivo dei carabinieri. 


Per Meneghel non c’era nulla da fare. E al giovane non è stata contestata l’omissione di soccorso. É stato invece sottoposto per alcuni mesi alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Ora potrà ricorrere contro la condanna, che potrebbe aprirgli le porte del carcere. La famiglia della vittima era stata risarcita prima dell’inizio del processo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino