Andreea morta a 8 anni nel frontale: la zia al volante patteggia 14 mesi

Il luogo dell'impatto in cui ha perso la vita la piccola Andreea
CASALE SUL SILE - In quel terribile frontale era rimasta uccisa la sua nipotina di soli 8 anni, Andreea Maria Cretu, bimba moldava appena arrivata nella Marca per iniziare una...

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CASALE SUL SILE - In quel terribile frontale era rimasta uccisa la sua nipotina di soli 8 anni, Andreea Maria Cretu, bimba moldava appena arrivata nella Marca per iniziare una nuova vita insieme alla sua famiglia. La zia, che era al volante della Golf quella maledetta mattina dell’11 agosto 2021, a Lughignano di Casale ha patteggiato un anno e due mesi di carcere, pena sospesa. Larisa Plotnicu, 30 anni, era accusata di omicidio stradale per aver provocato l’impatto risultato fatale alla nipotina. La piccola Andreea era rimasta schiacciata da una pesante valigia caricata nel baule. Zia, mamma Zinaida e la sorellina di 2 anni invece erano uscite ferite ma vive nell’impatto. Alla 30enne, inoltre, è stata sospesa la patente per un anno e otto mesi. Scagionata invece la conducente dell’altra vettura, M. P., 50 anni di Roncade, inizialmente indagata come atto dovuto. La trevigiana era alla guida della Fiat Tipo che aveva preso fuoco dopo l’urto. La perizia disposta dalla Procura aveva accertato infatti la piena responsabilità della zia della piccola: era stata lei a invadere la corsia opposta, sbandando all’altezza di una curva, in via Nuova Trevigiana.

L’EPILOGO

A un anno e mezzo dalla tragedia cala il sipario su una vicenda dolorosissima, che aveva sconvolto due famiglie e turbato l’intera provincia. Quella mattina la Golf era appena partita dalla casa dei Plotnicu, dove da circa due settimane erano ospitati anche i Cretu, come sistemazione temporanea in attesa del trasferimento a Mogliano Veneto. Papà Sergiu aveva da poco trovato lavoro nella stessa azienda di Casale in cui operava zio Victor.

L’INCIDENTE

Quella mattina alle 8.50 l’auto viaggiava verso il centro di Casale sul Sile: le due sorelle avevano appuntamento all’anagrafe di Mogliano per completare le pratiche relative al trasferimento. All’uscita da una curva, all’altezza del civico 47, la macchina si era scontrata con la Fiat Tipo bianca, proveniente dal senso opposto. Un urto talmente violento da farla rinculare di qualche metro e da provocare un testacoda per la Tipo, il cui vano motore ha preso fuoco. Provvidenziale era stato l’intervento di un pompiere che abita lì vicino e che, munito di estintore, aveva subito spento le fiamme. Poi aveva soccorso la piccola, ma per lei non c’era stato nulla da fare. Né il seggiolino né la cintura erano bastati a salvarla. La bimba era morta schiacciata tra il sedile anteriore e la valigia caricata in baule, come accertato dal medico legale e dalla polizia stradale. Nel tremendo urto la valigia ha disallineato i sedili posteriori, comprimendo con forza quello in cui si trovava la bimba più grande. E così la distrazione della zia era costata la vita alla nipote. La famiglia della piccola, straziata dal dolore, aveva scelto di tumularne la salma a Mogliano, la loro nuova casa. Il trasferimento nella Marca avrebbe dovuto essere un nuovo capitolo gioioso della loro vita invece era stato segnato dalla peggiore delle tragedie. 

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Il Gazzettino