In posa "felice" dopo aver investito i ciclisti: «Ma non guidavo io»

In posa "felice" dopo aver investito i ciclisti: «Ma non guidavo io»
«Non sono io in quella foto. Quando è stata scattata stavo parlando con le forze dell'ordine. Ma mi dà fastidio che agli occhi della gente io passi per uno...

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«Non sono io in quella foto. Quando è stata scattata stavo parlando con le forze dell'ordine. Ma mi dà fastidio che agli occhi della gente io passi per uno stupido che, dopo il danno, prende anche in giro chi è stato investito».  Ha contattato la redazione solo per questo il ragazzo di Cavallino-Treporti alla guida dell'Audi TT che venerdì mattina ha travolto due ciclisti padovani a Vigonovo, in provincia di Venezia. Nessun gesto di scuse, nessun rammarico né per l'incidente né per quell'immagine che ha fatto scalpore. Solo un tentativo di allontanare da sé la brutta figura.


L'ESPERTO Paolo Crepet: «Questi ragazzi vivono nell'indifferenza e nell'egoismo»

La foto scattata poco dopo l'incidente ha scatenato una bufera, che si è abbattuta sui tre ragazzi - comunque tutti in qualche modo coinvolti nell'urto - seduti sul guardrail, dietro l'Audi TT, e uno di loro in posa con i pollici alzati verso  chi scattava l'immagine, come su non fosse successo nulla. Coinvolti, i tre, perché è impossibile che i vigili, in quel momento impegnati nei rilievi e distanti meno di 10 metri, abbiano fatto entrare nella scena dell'incidente persone estranee. Tant'è che anche il fotografo era dall'altra parte della strada.
«Ma non sono io quello che alza i pollici, anzi nemmeno compaio nella foto - insiste il guidatore - . Io stavo parlando con chi faceva i rilievi e con i testimoni». In realtà, in tutte le foto di cui è in possesso Il Gazzettino non compaiono altre persone oltre al terzetto e ai vigili impegnati nei rilievi. Che non hanno notato l'atteggiamento dei tre, né hanno voluto confermare se l'autore del gesto fosse o meno alla guida. Un gesto che non ha risvolti giudiziari, ma che tuttavia ha scatenato molta indignazione, perché è evidente che la posa su quel guard-rail non ha niente a che vedere con un grave incidente appena avvenuto.

I due ciclisti padovani stavano rientrando a casa dopo un giro in bicicletta da corsa compiuto per le strade della Riviera del Brenta. Uno è stato dimesso, l'altro si trova ricoverato in serie condizioni all'ospedale di Dolo, in prognosi riservata. 
«Stavo andando piano - è la versione del conducente dell'Audi - e ho invaso l'altra corsia per parcheggiare: me li sono trovati di fronte e li ho investiti». Anche questa una versione che presenta lati oscuri. Dalle foto infatti si vede chiaramente che il lungo rettilineo sul quale è avvenuto l'incidente è presente una striscia continua ininterrotta, ovvero un divieto di passare da una corsia all'altra. Ma soprattutto, sul ciglio della strada c'è un guardrail, quello appunto dove si erano seduti i protagonisti dell'incidente, ed è installato proprio dove termina l'asfalto. Nessuno spazio, quindi, per parcheggiare.
Ma non c'è stato modo di chiarire questi aspetti con il guidatore, che non ha voluto aggiungere altro se non la propria volontà di non rendere pubblico il suo nome e di non spiegare chi fossero le persone accanto alla sua auto e chi fosse l'autore del gesto incriminato.
La versione dell'autista è ben diversa anche da quella di alcuni testimoni che avrebbero visto l'Audi effettuare il sorpasso di un'altra vettura e poi centrare in pieno i due ciclisti che stavano arrivando in senso contrario.

Uno dei due corridori, dopo lo scontro, è scivolato a lato della vettura ed è caduto sull'asfalto senza riportare gravi ferite. Il suo compagno, invece, è stato centrato in pieno e dopo essere finito sopra il cofano della macchina ha sfondato con il corpo il parabrezza. Molto probabilmente è stato proprio l'urto con il vetro anteriore della macchina a provocare nel ciclista diversi traumi interni.
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Il Gazzettino