Il mondo a pezzi di Angelika, l'avvocato: «Sta soffrendo in carcere, l'incidente è stata una sfortuna che può capitare»

BELLUNO - «Sono nel baratro». Dice solo questo Angelika Hutter, la 31enne originaria di Deggendorf, un comune della Baviera, che è in carcere da giovedì...

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BELLUNO - «Sono nel baratro». Dice solo questo Angelika Hutter, la 31enne originaria di Deggendorf, un comune della Baviera, che è in carcere da giovedì sera, 6 luglio, a Venezia con l'accusa di omicidio stradale plurimo. Nemmeno i ripetuti tentativi del suo difensore d'ufficio Giuseppe Triolo e dell'interprete hanno portato a far breccia nel mondo misterioso di Angelika, che sembra chiuso a tutti. «Si vede che questa ragazza ha bisogno di aiuto e anche di contatto fisico», afferma l'avvocato. Tanto che l'interprete stessa ad un certo punto, nel colloquio di venerdì sera durato 3 ore, ha chiesto di poterla abbracciare. Ma è impossibile: non ci possono essere contatti in carcere.

Da ottobre gira così senza una meta con la macchina di proprietà del padre. Non si sa cosa sia successo: sembra sia stata licenziata o comunque abbia cessato il lavoro che svolgeva nella sua patria e da allora ha mollato tutto e se ne è andata vivendo in auto. È stata anche in Austria per diverso tempo. «Non è come la vediamo nelle foto che circolano - dice l'avvocato Triolo - è molto dimagrita e porta sul viso i segni di tanta sofferenza». «Il consolato è sempre stato molto disponibile a 360 gradi - prosegue il legale -: mi hanno anche detto che se ha bisogno di supporto psicologico sono pronti e non hanno problemi a fornirglielo, ma non si può obbligare e lei non vuole essere aiutata».

L'INCIDENTE
E il difensore mette in chiaro: «Quanto accaduto alla mia assistita è una sfortuna che può capitare a qualsiasi persona: è un incidente. Non aveva bevuto e non aveva assunto stupefacenti, non era alterata. Non si può tenere in carcere una persona così». La donna è in completo black out. «Sta combattendo una battaglia con se stessa, dal punto di vista di coscienza: è distrutta - fa sapere l'avvocato Triolo -. Ha sprazzi di dimenticanza nell'ambito della sua vita. E dell'incidente non ricorda nulla. Si vede proprio che c'è dietro una sofferenza profonda».

 

IL SILENZIO
Angelika non chiede di uscire, non chiede spiegazioni sul perché si trovi in carcere. Non parla con nessuno. Lo stesso comportamento che ha avuto anche nella caserma dei carabinieri dove quando le era stato detto che sarebbe stata arrestata non ha fatto una piega. Ora è quasi in uno stato catatonico. Anche in carcere dove si sta cercando di coinvolgerla, si è isolata completamente. Dice di non sapere l'inglese per non parlare con nessuno. «Non vuole essere aiutata», ribadisce Triolo. «È stata sconvolta da quanto accaduto - dice il difensore - e noi possiamo immaginare lo sconquassamento che ha questa ragazza: mi continua a ripetere che è in un baratro». E quando le si chiede di dire qualcosa dell'accaduto tace. «Le ho provate tutte e anche quando riesci in qualche maniera a entrare inizia a piangere», prosegue l'avvocato.

L'udienza di convalida è fissata per domani, 9 luglio, alle 9,30 a Belluno. Difficilmente la 31enne tedesca parlerà al giudice o potrà dire qualcosa di utile sull'incidente. «In una situazione così: non riesco io per primo a farla rispondere, non so cosa si potrà fare», sottolinea l'avvocato. L'accusa è omicidio stradale plurimo: articolo 589 bis commi uno e 8. 
      

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Il Gazzettino