Mestre. Bus contro la colonna, il sindaco: «Sospeso l’utilizzo dei pullman elettrici de La Linea»

MESTRE (VENEZIA) - Un botto fortissimo, poco dopo le 21 in via Carducci, nel centro di Mestre. Un autobus si è schiantato contro un pilastro del porticato che costeggia la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MESTRE (VENEZIA) - Un botto fortissimo, poco dopo le 21 in via Carducci, nel centro di Mestre. Un autobus si è schiantato contro un pilastro del porticato che costeggia la strada che da via Cappuccina porta a piazzale Donatori di Sangue. Tredici i feriti, tra cui l’autista, pare in non gravi condizioni. Protagonista di un brutto incidente ancora un bus elettrico, e di proprietà della società La Linea Spa, la stessa società proprietaria del mezzo che martedì 3 era precipitato dal cavalcavia superiore di Marghera provocando la morte di 20 persone più l’autista e il ferimento di altre 15. Con una differenza, però: il pullman della strage era adibito a servizio navetta per gli ospiti del parcheggio Hu di Marghera. Quello di ieri era, invece, era utilizzato per conto della società di trasporto pubblico locale Actv per la linea urbana 13, che collega via Arduino (nei pressi della Nave de Vero) a Marghera, con via Porto di Cavergnago, oltre via Martiri della Libertà. Due punti estremi della città di terraferma.

Paura a Mestre, bus si schianta contro la colonna di un palazzo: 13 feriti. É della stessa ditta del mezzo precipitato dal cavalcavia


DECISIONE
Il gruppo Avm/Actv, la società partecipata dal Comune di Venezia che gestisce i trasporti, ha deciso con effetto immediato di sospendere l’utilizzo dei bus elettrici de La Linea per utilizzare mezzi propri, mantenendo gli autisti della società cui sono state date in affidamento alcune linee urbane. Questo, probabilmente, perché sull’affidabilità di quei pullman di produzione cinese cominciano ad affiorare dei dubbi.
Lo schianto è avvenuto poco dopo le 21 (alle 21.03 era atteso alla fermata nelle vicinanze della quale è avvenuto l’incidente). Il bus, con la livrea rosa del mese della prevenzione dei tumori al seno, aveva appena finito di fare la curva che da via Cappuccina porta a via Carducci quando ha improvvisamente sbandato a sinistra cozzando violentemente contro un pilastro.
Sono volate via le lastre in pietra di copertura, il parabrezza è andato in frantumi dal lato dell’autista, così come è volato via il paraurti. Si sono sentite urla, i passanti che si trovavano in zona accorrevano per verificare se qualche pedone fosse stato investito mentre qualcun altro dava l’allarme. A chiamare i soccorsi è stato un bangladese che ha un negozio proprio lì. In men che non si dica sono arrivati diversi mezzi della polizia locale di Venezia, della polizia di Stato e dei carabinieri e almeno quattro ambulanze del Suem 118. I vigili del fuoco di Mestre sono arrivati con l’autogru, una squadra e il funzionario, data la delicatezza.


SOCCORSI
La scena che si presentava era però meno cruenta di quel che ci si poteva attendere. L’autista è stato visto scendere dal mezzo con le proprie gambe, ma dava l’impressione di non stare per niente bene. Sarà lui a spiegare che cosa sia accaduto in quegli istanti: avrebbe detto ai soccorritori di aver avuto un malore. Nel frattempo, le ambulanze hanno portato via i passeggeri feriti. Tredici le persone ospedalizzate in condizioni non gravi compreso l’autista la cui situazione è da verificare. Due sono stati portati a Dolo, due a Mirano e i rimanenti 9 all’ospedale dell’Angelo.
«Siamo preoccupati per la botta al pilastro - dice un avvocato che abita proprio in quel palazzo - ero appena rientrato quando ho sentito da lontano quel botto pazzesco. Dovevano ancora arrivare i soccorsi. Poi hanno chiuso la strada per paura che le batterie al litio potessero incendiarsi».


Sul posto è arrivato anche Massimo Fiorese, l’amministratore delegato della società, nonché uno dei tre indagati per il disastro del 3 ottobre. Era incollato al telefono e ha detto solo che il mezzo fa parte della stessa partita di autobus di quello finito distrutto dopo essere precipitato dal cavalcavia e che saranno fatte verifiche immediate su tutti i mezzi.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino