Inchiesta Verdini, lascia l'ad della veneta Gemmo. L'azienda: noi corretti

Tommaso Verdini e Irene Gemmo
VENEZIA - Terremoto al vertice del colosso vicentino Gemmo, scosso dall’inchiesta sugli appalti Anas. Giuseppe Tomarchio si è dimesso da amministratore delegato e...

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VENEZIA - Terremoto al vertice del colosso vicentino Gemmo, scosso dall’inchiesta sugli appalti Anas. Giuseppe Tomarchio si è dimesso da amministratore delegato e direttore generale di Gemmo Spa: l’ha annunciato ieri la stessa azienda dell’impiantistica di Arcugnano, precisando che la decisione «è volta a tutelare la propria reputazione e quella della Società, con la finalità di chiarire il prima possibile la correttezza del proprio operato, nell’ambito delle indagini della Procura di Roma». La carica di ad è stata assunta dalla presidente Irene Gemmo, mentre per quella di dg è stato promosso il responsabile commerciale Alessio Zanetti.


I BONIFICI
Attraverso una nota, Gemmo ha ringraziato «l’ingegner Tomarchio per l’impegno e il contributo offerto alla Società in questi anni». Ma nelle ultime settimane il manager, catanese di nascita e milanese di adozione, è stato al centro delle cronache soprattutto per l’ipotesi di turbativa d’asta connessa al presunto sistema corruttivo. Il 65enne è accusato di aver versato 50.874 euro, in dieci bonifici avvenuti fra agosto del 2021 e maggio del 2022, alla ditta Inver di Tommaso Verdini e Fabio Pileri. Secondo gli inquirenti, quei pagamenti sarebbero stato il prezzo pagato dall’azienda vicentina ai lobbisti per aggiudicarsi le gare pubbliche, così come avrebbero fatto anche altre imprese. «Le ingenti somme sono state versate dai citati imprenditori al solo scopo di poter fruire della capacità di penetrazione in Anas di Verdini», si legge nell’ordinanza della gip Francesca Ciranna, persuasa che sussista il riscontro del carattere fittizio degli incarichi di consulenza che formalmente avrebbero giustificato quelle erogazioni.


LE INTERCETTAZIONI


Agli atti dell’inchiesta compaiono numerose intercettazioni, nelle quali in particolare Pileri chiama in causa l’ormai ex ad e dg di Gemmo. Succede ad esempio il 23 dicembre 2021, quando il lobbista parla di alcuni esponenti dell’azienda specializzata negli impianti tecnologici, i quali si lamenterebbero di non essere ben visti in Anas a causa di pregresse difficoltà finanziarie. «Oggi loro sanno che, all’Ufficio gare e acquisti, quando arriva una cosa di Gemmo, Gemmo è amico nostro», dice il socio di Verdini, alludendo all’aggiudicazione dell’accordo-quadro da 16 milioni per le gallerie in Umbria. Ma un anno dopo, i rapporti sembrano incrinarsi, a giudicare dalla captazione del 7 novembre 2022, da cui emerge che il manager non avrebbe corrisposto il pagamento di 4.000 euro a Inver e avrebbe anzi manifestato l’intenzione di non procedere al rinnovo del contratto. Pileri cita un dialogo tra Verdini e Tomarchio: «“Ci sarebbe da pagare queste sei fatture, che non hai più pagato”. So sei, eh! Non so’ poche». L’ad e dg sarebbe scontento «del lavoro fatto», al che Pileri sbotta: «Scusa ma quel milione e duecentomila euro sbloccato dalla galleria a Perugia in Ati (fonetico), dove tu hai preso, se no non toccavi palla, un milione e duecentomila euro di impiantistica, te l’ho fatto sbloccare io e per farti sbloccare ‘sto lavoro c’ho preso pure un avviso de garanzia». Stando a quanto annota la Guardia di finanza, il lobbista aggiunge di attendersi «un ulteriore compenso», che definisce «success fee» e che calcola «in misura percentuale al valore della commessa sbloccata mediante il proprio “attivismo”», come lo chiama lui. 
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Il Gazzettino