Sauvignon adulterato, trovato il sale rosa himalayano e integratori illegali

Sauvignon adulterato, trovato il sale rosa himalayano e integratori illegali
UDINE - Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sul caso del vino Sauvignon relativa alle frodi del commercio che ha portato alla scoperta di vini che, secondo gli...

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UDINE - Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sul caso del vino Sauvignon relativa alle frodi del commercio che ha portato alla scoperta di vini che, secondo gli inquirenti, sono stati messi in commercio sofisticati perché contenevano sostanze non previste dal disciplinare.




Dal Friuli e dal Veneto si passa, infatti, adesso, in Abruzzo e c’è anche una novità nell’impiego di sostante chimiche usate per produrre questo vino, che non sarebbero affatto legali: si tratta, tra le altre, anche del “sale rosa dell’Himalaya”, noto a tutte le massaie che cucinano “biologico” e a chi cerca nelle “lampade di sale” un rimedio per “purificare” ed “energizzare” l’aria degli ambienti. Questo sale rosa, "poco salato" e chiamato così per il suo colore e la sua provenienza, sarebbe stato messo nel vino; e sarebbero stati inseriti pure degli integratori alimentari. Tutte sostanze non ammesse in enologia.



È quanto emerge da un nuovo filone di inchiesta del caso Sauvignon coordinata dalla Procura di Udine. Oggi, in particolare, a Ortona e a Castellalto i carabinieri del Nas di Udine, coi colleghi di Pescara - congiuntamente a personale Icqrf Udine e Pescara -hanno segnalato alle rispettive autorità giudiziarie, la società “Cantina Ortona” di Ortona, il suo rappresentante legale e un enologo che lavora per la stessa cantina. L’accusa è sempre la stessa: frode nell’esercizio del commercio di prodotti a marchio tutelato e non, in concorso. Sono stati posti sotto sequestro oltre 21mila litri di vino in bottiglia e anche sfuso di vari tipo e di varie annate di produzione per un valore che si aggirerebbe sui 150mila euro. Sequestrati pure vari documenti.



«Sembra che abbiamo scoperchiato il “Vaso di Pandora” - dice il procuratore capo della Procura della Repubblica di Udine, Antonio De Nicolo, che conferma l’operazione odierna -; questo nuovo filone di indagine, peraltro, vede nuove sostanze, su cui è necessario fare piena luce». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino