Inceneritori, comitati all'attacco con un'altra ricerca sui rischi per la salute

La replica di Veritas: "Dati che non c'entrano"

Inceneritore di Fusina
MARGHERA - Alla vigilia dell'udienza in Consiglio di Stato che giovedì prossimo, 21 aprile, deciderà se accogliere o respingere il ricorso per lo stop al...

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MARGHERA - Alla vigilia dell'udienza in Consiglio di Stato che giovedì prossimo, 21 aprile, deciderà se accogliere o respingere il ricorso per lo stop al raddoppio dell'impianto di Fusina, ieri mattina il Coordinamento No Inceneritore ha organizzato un presidio in piazza Mercato a Marghera per chiedere ancora una volta alla Regione Veneto l'avvio di un bio-monitoraggio della popolazione residente ed illustrare un parere dell'Istituto Superiore di Sanità richiesto a suo tempo dalla Regione. E che , secondo gli organizzatori del flashmob ma non per Veritas, metterebbe in dubbio la tesi della non pericolosità per l'ambiente e la salute pubblica dell' impianto di Fusina .


L'ACCUSA
Da questo rapporto emergerebbe come il modello di studio sulla dispersione dei fumi utilizzato da Veritas e accettato dalla Regione, sarebbe datato ed inattendibile a causa del ricorso a parametri di valutazione troppo alti rispetto a quelli più severi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre, lo stesso studio affermerebbe in via generale la necessità di attivare un ampio bio-monitoraggio degli inquinanti bio-accumulabili in aree considerate ambientalmente critiche. «Questo rapporto conferma quello che abbiamo sempre sostenuto e documentato in vista del nostro ricorso spiega Mattia Donadel del Coordinamento No Inceneritore Fusina -, ovvero che le nostre preoccupazioni sull'impatto dell'inceneritore sul territorio sono fondate e che le rassicurazioni di Veritas sulla non nocività dell'impianto non sono credibili». Uno dei punti più controversi e contestati dagli ambientalisti veneziani è poi quello del trattamento dei fanghi. «Il vero core business dell'inceneritore di Fusina è lo stoccaggio e lo smaltimento di fanghi contaminati - riprende Donadel . Veritas sostiene che i fanghi che vengono già trattati non contengono Pfas, ma noi disponiamo delle analisi effettuate da loro nel 2018 che invece ne dimostrano la presenza insieme alle diossine. Per quanto sia moderno, qualunque impianto di questo tipo produce inquinamento».
A sostegno della rete No Inceneritore si schiera la lista Verde Progressista. «Il ricorso all'incenerimento è il modo più sbagliato di gestire lo smaltimento dei rifiuti - afferma Gianfranco Bettin - ed è anche un modo per contrabbandare l'ecoballa dell'applicazione di un'economia circolare che è realmente tale quando un rifiuto viene riutilizzato, mentre l'incenerimento spezza la circolarità. E ciò che risulta dalla combustione va a finire nell'aria e nei nostri polmoni».


LA REPLICA


Immediata la replica di Veritas: «Quello dell'Istituto superiore di Sanità è uno studio che non riguarda l'impianto di Fusina, e che tale parere utilizza dati riferiti ad altre Regioni o ad altri impianti. Si fa riferimento al periodo precedente all'entrata in vigore della direttiva del 2010 sulla qualità dell'aria precisa Veritas quando invece l'impianto di Fusina è stato autorizzato nel 2020 ed evidentemente rispetta questa direttiva, altrimenti non avrebbe ottenuto tutte le autorizzazioni prescritte e per due volte il via libera del Tar, al quale si erano appellati i comitati. Lo studio fa inoltre riferimento al trattamento del rifiuto indifferenziato, cosa che a Fusina non avviene. Si tratta dell'ennesimo tentativo dei comitati di mistificare la realtà».

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Il Gazzettino