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Dieci inneschi posizionati tutto attorno all’abitazione e altri due all’interno per trasformarla in una trappola di fuoco. E quella telefonata “tardiva” ai soccorsi da parte di Sergio Miglioranza, quando le fiamme erano alte già più di 20 metri. Quasi quattro minuti dopo che l’amica Fiorella Sandre, lo aveva chiamato spaventata per avvertirlo del rogo. Secondo la Procura quello messo in atto dal 72enne la notte del 10 giugno 2020 è un disegno criminale pianificato fin nei minimi dettagli, che la pubblica accusa sta ricostruendo, tassello dopo tassello. L’anziano è accusato di aver appiccato fuoco alla sua abitazione con dentro la moglie, Franca Fava, 68 anni, e l’amica della coppia Fiorella Sandre, di 74, spinto dal desiderio di incassare il premio assicurativo, con cui intendeva forse ripianare i debiti. L’anziano, difeso dagli avvocati Rossella Martin e Simone Guglielmin, è accusato di duplice omicidio pluriaggravato e premeditato, incendio doloso, violazione dei sigilli apposti sul terreno teatro della tragedia e tentata truffa ai danni dell’assicurazione.
LA TRAPPOLA
La deposizione chiave nell’udienza di ieri è stata quella di un vigile del fuoco che si è occupato delle indagini per appurare la causa del rogo.
LA RICOSTRUZIONE
Un video acquisito dalle telecamere di un’azienda vicina ha aiutato a ricostruire la propagazione dell’incendio. All’1.04 il primo bagliore, nel cortile della casa, all’altezza della stanza della Sandre. Ventisei secondi dopo la donna chiama Miglioranza, convinta che stesse dormendo al primo piano, per avvertirlo dell’incendio. Meno di un minuto dopo (1.05) ecco un secondo bagliore, vicino alla porta di accesso al primo piano. All’1.07 la Sandre compone il 113: «C’è un incendio in cortile, entra fumo dalle finestre» dice preoccupata alla centrale operativa della polizia. La telefonata di Miglioranza, sempre al 113, arriva quasi un minuto dopo: «C’è fuoco dappertutto», quasi in contemporanea con quella di un vicino che descrive fiamme altissime. A Castagnole è già scoppiato l’inferno. Secondo l’accusa il piromane, avrebbe agito calcolando i tempi necessari a trasformare la casa in una trappola di fuoco. Le vie di fuga erano tutte sbarrate, ha detto il pompiere: alcune da lastre e assi di legno, altre, come quella della lavanderia, da un muro di fuoco alimentato da bombole di gas lasciate aperte. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino