Primarket devastato dal rogo, tutti i negozi del centro ancora chiusi: «Fateci riaprire»

PREGANZIOL - «Siamo disperati: l'intero edificio è inagibile e non abbiamo orizzonti di riapertura dei nostri negozi. Siamo fermi, senza lavoro e con danni...

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PREGANZIOL - «Siamo disperati: l'intero edificio è inagibile e non abbiamo orizzonti di riapertura dei nostri negozi. Siamo fermi, senza lavoro e con danni ingenti a cui rimediare». Sono passati quattro giorni dal devastante incendio che sabato notte ha divorato il Primarket di via Europa e danneggiato i locali attigui, nel parco commerciale di Preganziol. Un rogo che secondo la Procura di Treviso «è doloso al 99 per cento». I negozianti sono preoccupati: la conta dei danni sale ogni giorno di più. «Ai danni si aggiungono i mancati incassi» dice Nicola Cerolin, titolare del Pets shop, il negozio di toelettatura per animali. «Dovevo inaugurare il mio salone di estetica il 1° giugno ma ora slitta tutto, non so a quando» aggiunge Paola Mema, locataria di un negozio al primo piano.

L'ORDINANZA
L'intero stabile è stato dichiarato inagibile attraverso un'apposita ordinanza firmata dal sindaco. Inagibilità tout court per il grande magazzino cinese in cui è divampato l'incendio e per due uffici gravemente compromessi; inagibilità temporanea invece per cinque negozi. «Quando i privati avranno sanificato e ripulito i locali, oltre ad avere una certificazione di staticità del negozio e degli impianti, allora otterranno l'agibilità e potranno riaprire» spiega l'amministrazione comunale. Il Primarket invece è sotto sequestro: il nucleo di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco sta ancora eseguendo i campionamenti del materiale bruciato, che saranno analizzati nel laboratorio di Padova alla ricerca di eventuali tracce di accelerante. Sul fatto che l'incendio sia doloso sembrano esserci però pochi dubbi. A far propendere per questa ipotesi c'è la velocità di propagazione delle fiamme e il momento in cui sono divampate, la notte fra sabato e domenica. Il fuoco ha divorato il market di abbigliamento ed elettrodomestici gestito da cinesi. L'allarme è scattato verso l'una. Pochi minuti dopo, quando le squadre di pompieri sono arrivate sul posto, l'incendio era già in una fase avanzata. Del resto plastica e fibre sintetiche sono state il combustibile ideale. Nessuno ferito ma milioni di euro di danni. Il rogo ha compromesso anche la stabilità dell'edificio: il solaio ha ceduto e il tetto è pericolante.

LE INDAGINI


Ora l'attenzione degli investigatori è concentrata sulla ricerca dei responsabili. Si vuole capire se dietro il rogo ci sia un tentativo di ritorsione, una possibile infiltrazione della malavita organizzata, oppure se sia stata una bravata di ragazzini sfuggita di mano. Nella zona bazzica da tempo una banda di teppisti minorenni. Nei mesi scorsi avevano preso di mira il ristorante cinese dello stabile vicino: scritte offensive sul retro del locale e cassonetti incendiati. Qualcuno li aveva anche visti salire sul tetto dell'edificio bruciato sabato notte. Ma l'eventuale collegamento tra queste scorribande e il devastante rogo è ancora tutto da dimostrare. I carabinieri, che indagano sul caso, stanno esaminando i filmati di videosorveglianza a caccia di possibili indizi. Intanto il Comune installerà nell'area sei nuovi occhi elettronici.
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Il Gazzettino