Paese. Bruciate vive in casa, il "giallo" dell'auto scura davanti al cancello

Bruciate vive in casa, nuovi sviluppi
PAESE - Un'auto scura, parcheggiata appena fuori dalla casa in fiamme in cui hanno trovato la morte Franca Fava, 68 anni, e l'amica Fiorella Sandre, 74. Il giallo della...

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PAESE - Un'auto scura, parcheggiata appena fuori dalla casa in fiamme in cui hanno trovato la morte Franca Fava, 68 anni, e l'amica Fiorella Sandre, 74. Il giallo della macchina, emerso dalla deposizione di un testimone nel processo a Sergio Miglioranza, 72 anni, sembra dare consistenza all'ipotesi della difesa, che ha sempre ventilato la mano di un altro piromane. L'anziano è alla sbarra per duplice omicidio pluriaggravato e premeditato, incendio doloso, violazione dei sigilli apposti sul terreno teatro della tragedia e tentata truffa ai danni dell'assicurazione. Secondo l'accusa Miglioranza, la notte del 10 giugno del 2020 avrebbe appiccato fuoco alla sua abitazione a Castagnole di Paese per incassare le polizze dell'assicurazione. Un incendio preparato, secondo la Procura, circondando la casa con bombole di gas lasciate appositamente aperte per alimentare le fiamme. Una trappola letale per la moglie Franca e per l'amica di famiglia Fiorella, bruciate vive. «Mi sono fermato a qualche centinaio di metri dall'incendio - ha spiegato alla Corte d'Assise il giovane testimone che quella notte viaggiava sulla Feltrina con un amico - Ho notato una macchina scura sulla stradina parallela alla Feltrina. Sono abbastanza sicuro che si trovasse fuori dalla recinzione di casa. C'era una colonna di fumo altissima e si sentiva un crepitio. Ho chiamato i vigili del fuoco ma mi hanno risposto che erano già stati avvisati. Dopo 20 minuti siamo ripartiti, ma non saprei dire se all'arrivo della polizia quell'auto fosse ancora lì».


CREDITI E TIMORI
Anche alcuni passaggi della deposizione di un'amica di Miglioranza sembrano offrire un assist alla difesa (affidata agli avvocati Rossella Martin e Simone Guglielmin) per portare avanti l'ipotesi del rogo appiccato da terzi. «So che Sergio aveva paura di qualcuno. Mi diceva di avere crediti con diverse persone» - ha riferito la signora, vicina di casa del fratello dell'imputato e rimasta colpita da un'altra circostanza: «A gennaio del 2020 l'appartamento del fratello era stato colpito da un incendio che l'aveva quasi distrutto». La donna ha parlato anche di una giovane brasiliana ospitata con la figlioletta proprio dal fratello e che in un secondo momento sarebbe andata a vivere da Sergio, con la mira di prendere residenza lì. Ma il padrone di casa non era d'accordo, così l'ha mandata via.


«GLI IMPORTAVA SOLO DEI CANI»


Ieri in aula, nel corso della seconda udienza dibattimentale, è stata sentita anche la figlia di Fiorella Sandre, Martina, che ha descritto gli ottimi rapporti tra la madre e la coppia Miglioranza-Fava: «Erano amici, si era trasferita da loro. Lei aveva problemi alle gambe, non riusciva a fare le scale. Andavo a trovarla ogni sabato e tutti i giorni ci sentivamo al telefono: non mi ha mai parlato di tensioni. Non avrei mai sospettato di Sergio». Poi ha aggiunto: «Mamma mi ha cresciuta da sola: dopo la sua morte ho avuto incubi e non mangiavo più». Alcuni dei medici e infermieri intervenuti, sentiti in aula, hanno ribadito sia l'assenza di bruciature sul corpo di Miglioranza, sia il suo atteggiamento disinteressato per le sorti delle due donne, aspetti già emersi nella scorsa udienza: «Spostava l'azione sui cani. Rispondeva in modo canzonatorio, con un ghigno».

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Il Gazzettino