Incendio nella palazzina, il bassotto Pepita dà la "sveglia" e salva un famiglia

Gianni Bravo con la cagnolina Pepita
GORIZIA - Quattro persone sono rimaste intossicate e sono state portate in ospedale per accertamenti a causa dell’incendio divampato la scorsa notte in una palazzina di via...

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GORIZIA - Quattro persone sono rimaste intossicate e sono state portate in ospedale per accertamenti a causa dell’incendio divampato la scorsa notte in una palazzina di via Ristori 31/1 a Gorizia. A causa con ogni probabilità di un cortocircuito le fiamme sono divampate in un appartamento intorno all’1.30. I pompieri hanno dovuto lavorare fino alla mattina di ieri evacuando l’intero condominio.

Se non fosse stato per “Pepita”, il bassotto dell’ex presidente della Camera di Commercio di Udine Gianni Bravo, residente nello stabile, le cose avrebbero potuto andare decisamente peggio. Il cagnolino, accortosi del fumo che stava invadendo i locali, ha infatti ha iniziato ad abbaiare svegliando tutti e permettendo così l’arrivo tempestivo dei pompieri del comando provinciale che con più squadra hanno sgomberato l’edificio portando in salvo le famiglie, svegliate nel cuore della notte. Il rogo, è poi emerso, si è sviluppato a seguito di un surriscaldamento ad una presa del frigorifero della famiglia che abita al terzo piano della palazzina; i proprietari, moglie e marito, con due figli, si sono rifugiati sul terrazzo, perché le fiamme e il fumo avevano pregiudicato loro la via d’uscita dalla porta principale.

Al piano superiore la cagnetta Pepita è riuscita a svegliare Gianni Bravo e la moglie Gina Berton: “abbiamo sentito dei rumori, pensavamo a dei ladri, poi ci è sembrato di udire dei calcinacci cadere, il nostro bassotto abbaiava sempre più forte, abbiamo provato ad aprire la porta che da sul vano scale e siamo stati avvolti da un fumo terribile e da un odore nauseante, allora siamo rientrati immediatamente, abbiamo lanciato l’sos al 112 e ci siamo rifugiati in terrazzo. Abbiamo commesso l’errore di lasciare la porta aperta, così tutto il fumo ha invaso la casa. Non si vedeva più niente”.

In pochi minuti in via Ristori sono arrivati i vigili del fuoco che hanno risalito le scale, “ci hanno messo le maschere dell’ossigeno e ci hanno trasferiti all’esterno della palazzina affidandoci poi ai sanitari del 118 che ci hanno portato in ospedale per gli accertamenti; fortunatamente – ha raccontato ancora la signora Berton – non abbiamo subìto ripercussioni, solo un leggero mal di testa; abbiamo passato la notte in albergo e in mattinata siamo potuti rientrare a casa per iniziare a pulire e bonificare il nostro appartamento”. Così è stato anche per gli altri condomini - sei le famiglie residenti - salvo quelli il cui appartamento è stato dichiarato inagibile e dove si è originato il rogo che avrà bisogno di ulteriori verifiche strutturali da parte dei pompieri. Scampato il pericolo per tutti il sospiro di sollievo, il Grazie ai pompieri e ai sanitari, ma soprattutto a Pepita. Poi via a rimboccarsi le maniche e a ripulire gli alloggi dalla fuliggine che ha annerito tutto.

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Il Gazzettino