I ragazzi arrestati per il rogo al gattile accusati di associazione per delinquere

I ragazzi arrestati per il rogo al gattile accusati di associazione per delinquere (foto d'archivio)
CAVARZERE (VENEZIA) - Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di atti vandalici i ragazzi arrestati dai carabinieri mentre davano fuoco ad alcune...

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CAVARZERE (VENEZIA) - Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di atti vandalici i ragazzi arrestati dai carabinieri mentre davano fuoco ad alcune casette di legno allestite da un gruppo di volontari per dar rifugio ai randagi di una colonia felina. La Procura non contesta loro soltanto il reato commesso domenica scorsa al gattile, ma oltre venti diversi episodi avvenuti dall’autunno dello scorso anno in poi: alcuni sempre ai danni del rifugio per gatti randagi, altri di cassonetti dei rifiuti campane per la raccolta differenziata. E ancora il danneggiamento di cartelli stradali, l’ingresso abusivo in edifici privati, la sparizione di un trattore. Le indagini per scoprire i responsabili di quella lunga serie di atti di vandalismo, coordinata dal pm Giorgio Gava, era in corso da mesi e, grazie alle immagini di alcune telecamere, i carabinieri avevano individuato un’automobile sospetta e attraverso la targa si erano concentrati proprio su alcuni giovani della zona. Domenica, quindi, quando i militari dell’Arma hanno visto alzarsi una colonna di fumo proveniente dal gattile di via Acquamarza sono entrati in azione fermando tre ragazzi, due maggiorenni, di 19 e 20 anni e un minorenne di 17 anni, per poi effettuare una serie di perquisizioni alla ricerca di riscontri. Ieri mattina i due maggiorenni, assistiti dagli avvocati Tommaso Politi e Raffaele Pennino, sono comparsi davanti al gip Marta Paccagnella per l’interrogatorio di convalida dell’arresto (relativo al solo episodio di domenica) e la contestuale richiesta di applicazione di misura cautelare per tutti i rimanenti episodi loro contestati: la Procura ha chiesto per i due ragazzi gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, in modo che non possano muoversi di casa e commettere altri reati.

Il ventenne si è assunto le proprie responsabilità, chiamando in causa gli altri due: ha ammesso l’incendio dei cassonetti, negando invece la volontà di danneggiare il gattile: secondo lui erano solo cassette di plastica lasciate in strada. Il giovane ha poi raccontato che cercava su google maps edifici abbandonati per cercare di sfogare con incendi una delusione amorosa. Il diciannovenne ha riferito di essere rimasto in auto in occasione di gran parte degli episodi. L’impressione che hanno avuto gli uomini dell’Arma è di trovarsi di fronte a giovani immaturi e annoiati, che hanno commesso reati per passare il tempo, senza rendersi conto della gravità dei loro comportamenti e delle pene severe che rischiano ora che sono stati scoperti. La gip Paccagnella dovrebbe depositare questa mattina il provvedimento nel quale deciderà in merito alle richieste cautelari formulate dal pm Gava.

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Il Gazzettino