Casa a fuoco, apre la finestra e grida aiuto: poi abbraccia la mamma e muore

LA TRAGEDIA CONSELVE (PADOVA) - Un fumo acre e nero che toglie il fiato e fa lacrimare gli occhi. L'aria rovente che brucia i polmoni a ogni respiro. Il cuore che batte...

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LA TRAGEDIA CONSELVE (PADOVA) - Un fumo acre e nero che toglie il fiato e fa lacrimare gli occhi. L'aria rovente che brucia i polmoni a ogni respiro. Il cuore che batte all'impazzata per la paura, non solo di morire, ma anche di perdere la persona più cara al mondo, la mamma, che dorme lì accanto e che ormai è già priva di sensi.

 
Sono gli ultimi istanti di vita di Angelo Volpi, 42 anni di Conselve, nella Bassa Padovana, affetto dalla sindrome di Down. Si è svegliato di soprassalto ieri notte, intorno alle 2.30, quando ormai il rogo che si era sviluppato nel garage stava arroventando la camera da letto che divideva con l'anziana mamma, Rosa Lamberti, di 86.
 

E in quei momenti disperati, l'unica cosa che gli è venuta in mente di fare è stata quella di aprire la finestra e gridare aiuto, mentre il basculante sotto le sue finestre sbuffava volute nere e dense di un fumo che di lì a qualche minuto l'avrebbe ucciso.
 
LE URLA
Ha urlato con tutto il fiato che aveva, un lamento carico di terrore che ha svegliato i vicini, ma che non l'ha salvato. Dopo poco, compreso forse che non c'era più nulla da fare o nell'estremo tentativo di aiutare l'anziana mamma, ormai esausto, si è steso al suo fianco. Un ultimo dolcissimo tentativo di starle vicino, come ha fatto per tutta la sua vita. Poi solo gli strepitii sinistri del fuoco che rompevano un «silenzio di morte», come l'hanno definito i vicini di casa che, svegliati dalle urla di Angelo, per primi hanno chiamato i soccorsi. È una tragedia che ha lasciato senza parole tutto il paese quella avvenuta ieri notte a Conselve, importante comune del Piovese, a sud di Padova: Angelo Volpi, come la sua famiglia, era conosciuto e amato da tutti. Pieno di vita e di allegria, nonostante la sua disabilità, appena due anni fa aveva incontrato Papa Francesco. Un evento così importante per il paese, che la sua foto mentre sorride al santo Padre è in bella mostra anche in uno dei bar del centro.

LA BIFAMILIARE
«È stata una gioia per il nostro Angelo, ed è una gioia per noi vederlo felice in questa immagine» ha commentato un avventore mentre la guardava appesa al muro, con gli occhi lucidi dalle lacrime dopo aver appreso la terribile notizia. Il 42enne abitava con la madre in una villetta bifamiliare che condivideva con il fratello Flavio e sua moglie Beatrice, che giusto martedì mattina erano partiti per le ferie a Pantelleria. A badare ad Angelo e all'anziana mamma era rimasto un altro fratello, Nicola, che abita poco distante e che la sera precedente, qualche ora prima del rogo, era passato a dare un saluto. A guardare con gli occhi pieni di dolore la casa dov'è cresciuto, annerita dalle fiamme, e che è diventata una trappola mortale per la madre e Angelo, ieri mattina c'era anche Antonio, il quarto fratello che abita nel Vicentino, mentre le cognate si abbracciavano per sostenersi a vicenda.

I VICINI

«Urlava, urlava, non riuscivamo a capire le sue parole, ma la paura sì, quella l'abbiamo intesa. Ha gridato ancora per un po', poi più nulla, sulla casa è calato un silenzio impressionante» ha raccontato la vicina. Sul posto sono arrivati subito i carabinieri, che stavano pattugliando il paese, poi, poco dopo, i pompieri. Solo loro sono riusciti a entrare, con la tuta ignifuga e il respiratore, in quell'inferno. A braccia hanno trascinato fuori Angelo e Rosa, caricandoli sulle spalle fin giù dalle scale, e poi fuori nel cortile. Il personale medico del Suem ha cercato di rianimarli, ma non c'è stato nulla da fare: sono morti intossicati. Le operazioni di completo spegnimento sono terminate all'alba. La causa, secondo i primi accertamenti, sarebbe stato un corto circuito nel garage, ma ad alimentare le fiamme sono stati i numerosi sacchi di pellet che erano conservati all'interno.
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Il Gazzettino